La situazione

Zona gialla o ancora arancione, attesa per il monitoraggio del Minitero sulla Regione

Probabile una nuova settimana in queste condizioni nonostante le sollecitazioni di Fontana e Fermi. Veneto e Calabria verso un miglioramento.

Cresce l’attesa per i nuovi colori delle Regioni che verranno decisi nelle prossime ore dal ministero della Salute Speranza. L’Istituto superiore di sanità sta mettendo a punto il consueto monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia sulla base del quale verrà valutato lo scenario di rischio per ciascun territorio. Le Regioni che potrebbero passare in zona gialla sono Calabria, Emilia Romagna e Veneto, poiché si trovano in zona arancione da più tempo rispetto alle altre. Anche la Sicilia, da due settimane in area rossa, spera di conquistare la fascia di rischio intermedia. Poi ci sono tutte quelle Regioni che sono state messe in area arancione dal ministro Roberto Speranza a partire dal 17 gennaio: si tratta di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta, a cui va aggiunta la Lombardia dopo che il precedente inserimento in zona rossa è stato revocato per un errore nell’elaborazuione dei dati. Al momento l’orientamento degli esperti sembra quello di lasciare tutto invariato per un’altra settimana, in modo tale da consolidare il miglioramento dei contagi, ma diversi governatori – da Fontana a Cirio – sono già sul piede di guerra.

 

Anche il presidente del Consiglio regionale (ieri sera da noi in diretta) ha parlato di possibilità di passaggio in zona gialla. Ma le regole fissate dal dpcm prevedono che abbia una durata di almeno due settimane. Prima del 5 febbraio, quindi, difficilmente il ministero non potrà rivedere la classifcazione della Regione. Ma anche il Governatore Fontana, come aveva già sottolineato anche ieri Fermi da noi, sostiene che i tassi di incidenza tra tamponi e positivi sono abbondamtementre al di sotto della soglia d’allarme dei 250 casi su 100mila abitanti, quindi l’augurio è che il ministero possa tener conto “della reale situazione epidemiologica lombarda”.

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