Erbese

Toh, chi si rivede. A 77 anni Tavecchio cerca di salvare il calcio dilettantistico lombardo

Lo aspetta un compito durissimo. Sabato eletto al vertice dopo un testa a testa con il bresciano Pasquali.

La nuova sfida di Carlo Tavecchio, il dirigente sportivo comasco che a 77 anni si rimette in gioco ed assume – da sabato scorso – il ruolo di presidente del comitato regionale dilettanti, carica già occupata negli anni scorsi prima di diventare numero uno del calcio nazionale. Tavecchio ha spiegato cosa lo attende nel nuovo ruolo. Mesi durissimi per il calcio dilettantistico lombardo, ovviamente anche quello comasco, dopo la pandemia e i campionati bloccati ad ottobre. La stagione che ci aspetta è drammatica, io non credo che ci siano i presupposti per fare un campionato in questo momento. Ci sono troppe partite da giocare, e non faccio considerazioni sul fatto che ci siano gironi da 18 squadre. Ora – aggiunge – il cerchio si chiude e si apre una stagione diversa. Faremo di tutto per mettere insieme le forze per arrivare a risolvere i problemi senza una rivalsa personale e senza rancore, ma con la dignità di una regione che conta 10 milioni di abitanti. Grazie a coloro che mi hanno votato“. Ha superato il brescoano Alberto Pasquali (380 voti contro 366).

 

 carlo tavecchio a san siro

 

QUESTA LA SCHEDA DI TAVECCHIO DA WIKIPEDIA

Carlo Tavecchio (Ponte Lambro13 luglio 1943) è un dirigente sportivo e politico italiano, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio dall’11 agosto 2014 al 20 novembre 2017[1].

Biografia

Diplomato in ragioneria ed ex dirigente bancario presso la Banca di Credito Cooperativo dell’Alta Brianza, all’età di 33 anni si candida a sindaco nel suo comune di nascita, Ponte Lambro (CO) nelle liste della Democrazia Cristiana. Viene eletto e conserva la carica per quattro mandati consecutivi, dal 1976 al 1995.[2]

Nel 1974 è tra i fondatori della Polisportiva di Ponte Lambro e, in ambito calcistico, per sedici anni diventa presidente dell’ASD Pontelambrese, società dilettantistica che durante la sua gestione arriva a disputare anche il campionato di Prima Categoria. La sua carriera dirigenziale all’interno di Federcalcio inizia con l’incarico di consigliere del Comitato Regionale Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti (LND) mantenuto dal 1987 al 1992, diventando poi nei successivi quattro anni vice presidente della LND e venendo eletto nel 1996 al vertice del medesimo Comitato Regionale Lombardia.

Il 29 maggio 1999, a seguito delle dimissioni del suo predecessore Elio Giulivi a causa dell’affaire Rieti – Pomezia, è votato presidente della LND.[3] Dal maggio 2007 diventa vice presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio assumendone la funzione di vice presidente vicario nel 2009.[4]

Durante la sua carriera Tavecchio è stato anche consulente del Ministero dell’Economia e delle Finanze per le questioni di natura fiscale e tributaria relative all’attività sportiva dilettantistica, nonché componente della commissione ministeriale, presso il Ministero della Salute, per i problemi relativi all’impiantistica nazionale. Inoltre, nel biennio 2002/2004 è stato esperto in materia di calcio dilettantistico e giovanile e ai campi in erba artificiale e, dal 2007, è designato dall’UEFA membro effettivo della Commissione per il calcio dilettantistico e giovanile. Scrive anche un libro per spiegare il calcio ai più piccoli, dedicandolo alla nipote Giorgia, dal titolo «Ti racconto… il calcio».[5]

Presidente della FIGC

Dopo le dimissioni di Giancarlo Abete nell’estate del 2014, Tavecchio si candida alla presidenza della FIGC, forte anche dell’appoggio di diciotto club di Serie A. La sua candidatura perde però consensi per una frase pronunciata il 25 luglio dello stesso anno, durante l’assemblea estiva della Lega Dilettanti, ritenuta offensiva nei confronti dei giocatori extracomunitari.[6][7] I presidenti di Assocalciatori e Assoallenatori Tommasi e Ulivieri ne mettono in dubbio l’idoneità al ruolo di presidente federale, mentre i presidenti delle Leghe AB e Pro BerettaAbodi e Macalli lo difendono e attenuano la portata delle sue parole.[8][9][10]

Il 28 luglio 2014 la FIFA chiede alla FIGC di aprire un’indagine sul caso, interessando anche la propria Task Force contro la discriminazione[11] e ottenendo l’appoggio del funzionario europeo Dennis Abbott.[12] Gli avversari di Tavecchio riesumano anche sue frasi precedenti che suscitano contrasti e polemiche,[13][14][15] mentre a loro volta i sostenitori di Tavecchio intervengono in sua difesa.[16][17] Tra questi Gigi Riva, che ne ricorda l’impegno costante per l’integrazione e la solidarietà,[18] Adriano Galliani, che non condivide l’accusa di razzismo e invita a non dare peso eccessivo ad una frase infelice,[19] Marco Tardelli, secondo cui l’accusa di razzismo è un pretesto che nasconde l’intento di impedirne l’elezione[20] ed Enrico Preziosi, che accusa di falso moralismo chi attacca Tavecchio.[21]

L’11 agosto 2014 Tavecchio viene eletto presidente della FIGC con il 63,63% dei voti, prevalendo sull’altro candidato Demetrio Albertini.[22]

Sulla frase pronunciata a luglio da Tavecchio si svolgono tre inchieste ai diversi livelli del governo del calcio. Quella della FIGC termina il 25 agosto 2014 con l’archiviazione, non avendo il Procuratore federale riscontrato nell’episodio aspetti di rilevanza disciplinare.[23] Il procedimento avviato dall’UEFA si conclude invece il 6 ottobre successivo con la comminatoria di una sospensione per sei mesi di Tavecchio da tutti gli incarichi di rilievo europeo.[24] Il 5 novembre successivo la FIFA estende a livello mondiale la squalifica comminata dall’UEFA.[25]

Sostenuto da Lega A, Lega D, AIAC e AIA, il 6 marzo 2017 viene riconfermato presidente della FIGC con il 54,03% dei voti, prevalendo sull’altro candidato Andrea Abodi (45,97%).[26]

Il 21 aprile dello stesso anno è nominato commissario della Lega Serie A[27].

Il 20 novembre 2017, a seguito della mancata qualificazione della nazionale italiana al campionato mondiale di calcio 2018, si dimette dal ruolo di presidente della FIGC chiedendo ai componenti del consiglio federale di fare lo stesso[28] ma nessuno dei consiglieri federali si dimetterà dal proprio incarico. Tavecchio rimarrà presidente della FIGC fino all’Assemblea Elettiva del 29 gennaio 2018, che, però non riuscirà ad eleggere un nuovo presidente federale. La federazione verrà commissariata dal CONI nelle ore successive. Il presidente del CONI Giovanni Malagò prenderà le redini della Lega di Serie A in qualità di commissario, mentre Roberto Fabbricini, diventerà commissario straordinario della Federcalcio.

Il ritorno alla LND Lombardia

Il 9 gennaio 2021 a 77 anni diventa presidente della LND Lombardia, il comitato regionale dei dilettanti che aveva guidato fino al 1999.[29].

 

 

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