Racconti per ciaocomo

Short Stories – SANTA CLAUS ENTERPRISE & Co. di A.Di G.

Generico dicembre 2020

Regalateci una storia, Short Stories nasce con l’obiettivo di proporre ai lettori racconti inediti e agli scrittori una pagina bianca da rienpire con creatività. Il tema è libero, potete sbizzarrirvi con fantasy, gialli, rosa, noir, quelo che preferite. Lo spazio, però, è di massimo 20.000 battute spazi inclusi. Inviate via mail a contatti@ciaocomo.it, il comitato di redazione decidera se e quando pubblicare il racconto.

 

 

SANTA CLAUS ENTERPRISE & Co.

di A.Di G.

 

Dopo ottocento anni e passa, Babbo Natale, al secolo San Nicola, Santa Claus ecc. ecc. decise di andare in pensione.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato l’obbligo della mascherina: francamente ridicolo. Sulla barba fluente la mascherina sembrava un tovagliolo di carta che gli fosse rimasto appiccicato alle labbra sporche di crema pasticciera.
E poi, ammettiamolo, non serviva a niente.
Ma non tanto perché, nonostante ne avesse presa una di taglia XXXL, non riusciva a coprirsi e proteggere il naso e la bocca contemporaneamente, ma perché, vivaddio!, Babbo Natale appartiene alla categoria delle creature che non si beccano né raffreddori, né influenze. E neanche Covid 19. È puro spirito. Un grasso, pesante e rubicondo puro spirito del tutto immune a qualunque malanno.
Dell’andare in pensione parlò con la Befana, che storse il naso bitorzoluto.
“Non è che non ti capisco, Babbo, anch’io sono stufa. Sapessi che puzza quelle calze che mi mettono da riempire. I piedi sporchi, sai, sono davvero afridi: un miscuglio di taleggio e gorgonzola dimenticati fuori da frigo… una nausea che non ti dico. Ma non possiamo andare in pensione. Abbiamo un’attività essenziale, come si dice adesso. Dobbiamo stare aperti per forza.”
Babbo Natale guardò la Befana e sorrise. Alla fine quella donna, gli piaceva. Erano secoli che tutte le sere giocavano a burraco e secoli che lui perdeva. Ma sotto quei vestiti informi aveva ancora un corpicino che lèvati!
Altro che otto secoli, gliene avresti dati al massimo tre.
“Ho un piano, in realtà. Ed è già tutto sistemato.”
“Racconta.”

“Allora, tu non lo sai ma in questi anni – e in particolare negli ultimi cent’anni – abbiamo messo da parte un bel gruzzolo…”
“Un gruzzolo?” sollevò le sopracciglia la Befana. “Un gruzzolo di che?”
“Di soldi, cara mia!”
“Ma com’è possibile? A parte che siamo puri spiriti e quindi dei soldi non sapremmo che farcene, ma poi i regali li abbiamo sempre – come dice la parola stessa – ‘regalati’, mai fatti pagare. E, allora, da dove li abbiamo presi i quattrini?”
“Be’, prima dalle marche produttrici dei giocattoli e, in secondo luogo, dai diritti d’immagine.”
Alla Befana cadde quasi la dentiera:
“Ma insomma, ti hanno pagato per portare i giocattoli ai bambini?”
“È ovvio. È la promozione, bambola, e tu non puoi farci niente. Prima hanno cominciato facendo fioretti, sai del tipo: ‘Caro Babbo Natale se distribuisci i miei biliardini e non quelli dei concorrenti, non mangerò più pasta al pesto e non litigherò più con mia moglie’. Poi dai fioretti sono passati ai mazzi di fiori e, infine, ai fior di quattrini. Ho fatto il conto che, visto che tra l’altro non abbiamo mai avuto spese, abbiamo qualche quadriliardo depositato in una banca che più off-shore non si può: la Banque Venusienne”.
La Befana trasecolò:
“E quindi, cosa pensi di fare, Babbo?”
Babbo Natale si sedette sulla sua ampia poltrona e spiegò:
“In fondo in questi anni ci siamo occupati del superfluo. Regali, pensieri, cose futili. Sì, certo: abbiamo reso felici i bambini e anche molti adulti, ma mi mancava qualcosa. Voglio essere veramente utile alla società e ora ho capito come.
“Io mi ritiro, vado a godermi la mia meritata pensione, ma con i soldi che abbiamo risparmiato ho deciso di fondare la ‘Santa Claus Enterprise’ che distribuirà i regali al posto mio.

“Sai, io e te siamo puro spirito ma con potenzialità non indifferenti: in due da soli, in 48 ore facciamo centinaia di milioni di consegne in tutto il mondo. E quindi per sostituirci sto assumendo parecchi milioni di persone. Ci occupiamo della raccolta degli ordini e della distribuzione dei regali in tutto il mondo e, se sei stata, chessò, in Italia e hai visto come vanno queste cose, non ci crederai: la Santa Claus Enterprise, assume tutti con contratto indeterminato, compresi i rider, sissignora!
“Altro che Amazon e Bezos: la Santa Claus Enterprise consegna i regali di Natale in tutto il mondo, nel giro di ventiquattro ore, senza ritardi e con lavoratori pagati equamente a stipendio concordato. Che te ne pare?”
La Befana era sinceramente stupefatta.
“Babbo, è un’idea geniale. Milioni di persone in tutto il mondo che vengono pagate equamente, e con un servizio efficiente. La Santa Claus Enterprise potrebbe davvero risolvere una quantità di problemi: disoccupazione, emigrazione…”
“Esatto. È quello che voglio: la più grande azienda di distribuzione mai pensata che risolve, almeno in parte, molti problemi sociali… E, se ci penso, ti confesso che la cosa che mi dà più soddisfazione è che è finanziata dai soldi dei produttori di giocattoli… magari gli stessi che pagano 10 centesimi al giorno i lavoratori…”
“Bravo, è vero. Solo, sai una cosa? Lascia stare la parola ‘lavoratori’. Non usa più… in Italia, per esempio, neanche la sinistra sa più cosa siano i ‘lavoratori’. E poi siamo in un racconto di Natale: sai quiete, neve che scende giù dal ciel, Lord Cadmenton von Bismarck che sorseggia il suo whisky bicentenario mentre i pargoli cantano Silent Night, alla luce calda del caminetto. E tu mi vuoi diventare prosaico a tutti i costi? Lavoratori… ma dai! Gli faceva la pernacchia già Alberto Sordi!”
“Hmmm… forse hai ragione. E allora cosa mi consigli?”
“Mah, hai pensato a ‘operatori per la distribuzione di doni natalizi’?”
“Va bene. L’importante è che, a fine mese, arrivi lo stipendio per tutti.”
“Covid o non-covid.”

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