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Sì! Lombardia, i ristori per l’artigianato anche nel terzo avviso

Lorenzo Frigerio, Confartigianato: "grazie alla nostra azione sindacale sono stati ricompresi in Sì! Lombardia tanti “ateco” dei nostri artigiani"

Confartigianato Como Sì! Lombardia

«Più volte abbiamo segnalato a livello nazionale e regionale, la necessità di allargare le maglie della rete dei contributi e dei ristori a diversi settori che erano rimasti esclusi, e l’iniziativa “Sì Lombardia”, che ha prima bissato l’intervento e in questi giorni approvato la versione “ter”, ha raccolto le sollecitazioni di Confartigianato Como in primo luogo, rafforzate poi da Confartigianato Lombardia sui tavoli istituzionali della Regione, facendo emergere fin da subito palesi iniquità».

Lorenzo Frigerio, delegato alle categorie nella Giunta di Confartigianato Como, ha espresso così l’apprezzamento per l’azione tempestiva della Regione Lombardia, nel comprendere nei diversi avvisi di “Sì Lombardia”, i codici ateco delle numerose micro imprese che altrimenti non avrebbero potuto concorrere ai contributi. «Il nostro impegno sindacale e di rappresentanza delle imprese è stato sempre vivo e attivo – ha sottolineato Frigerio – fin dall’inizio dell’emergenza nel marzo scorso. E anche in questa seconda ondata, abbiamo rafforzato la nostra pressione, sia a livello nazionale che regionale, affinché si potesse allargare la platea delle imprese beneficiarie degli interventi statali e regionali. Abbiamo presentato documenti e ordini del giorno che richiedevano interventi diretti al settore e che poi, grazie anche alla sensibilità della Regione e dei suoi Assessori, sono stati raccolti e inseriti negli interventi di “Sì Lombardia”».

Confartigianato Como Sì! Lombardia

«Una dimostrazione concreta di come l’unità delle imprese – ha concluso il delegato – in una forte rappresentanza sindacale sostenuta da Confartigianato, possa tradursi in benefici diretti al nostro tessuto imprenditoriale. Adesso attendiamo la giusta attenzione anche dalle Istituzioni nazionali, alle quali abbiamo chiesto ulteriori interventi diretti a settori e filiere, che sono rimasti esclusi dai “ristori”, ma che da marzo scorso hanno invece subito gravi perdite pur rimanendo attive in un mercato praticamente inesistente».

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