Cookin' Music

Ascolta, mangia , bevi

COOKIN’ MUSIC #005

Musica nuova in cucina con i tre chef di COOKIN’ MUSIC: Cristiano Paspo Stella, il cantautore, Massimiliano Pini, il cuoco clandestino e Piergiorgio Ronchi, il beer sommelier, apparecchiano un menù in tre portate partendo da una canzone

#005 Lucio Battisti Fatti un pianto 

 

Dal monte ventoso dei miei sentimenti

Sfoglio all’aria una rosa ricettario

L’inizio è già indiziario

Lei sciolse e poi si tolse lo chignon

 

E calva d’amore, lustro sguardo da biliardo

Boccia sul tappeto il suo pallino

E la stecca del peccato

C’è tanta nuda verità

Fatti un pianto

Oh… ooh ooooh

Fatti un pianto

Oh… ooh ooooh

 

Da un chilo di affetti, un etto di marmellata

Se sbatti un addio c’esce un’omelette

Le cosce dorate van fritte

Coi sorrisi fai croquettes

 

E tu dici ancora che non parlo d’amore

Batte in me un limone giallo, basta spremerlo

Con lacrime salate agli occhi tuoi

Ben condita amata t’ho

 

[rit.]

 

Parole d’amore

Grosse lacrime sciocche

Sono uova alla coque

 

[rit.]

 

Questo disco pubblicato nel 1986 è il primo di Lucio Battisti che utilizza testi del paroliere Pasquale Panella. Battisti pubblicò quest’opera dopo tre anni di silenzio (E già, era della fine del 1982), un periodo di riflessione che determina una svolta stilistica rispetto alle sonorità elettroniche e l’abbandono dei testi di Mogol. La singolarità dell’album è nei singolari testi di Panella, pieni di doppi sensi e giochi di parole, su melodie più vicini ai suoi brani classici con arrangiamenti che sono una felice sintesi tra sonorità elettroniche e tradizionali, e con il ritorno di archi e sassofoni. Si ritiene poi che dell’album non siano stati inseriti una serie di brani, come quelli fatti pervenire in forma anonima su una cassetta a Leo Turrini e Tullio Lauro, o alcuni brani, più o meno arrangiati che si possono reperire in rete. Lasciamo pure che la storia si mischia alla leggenda.

E dalle lacrime sciocche ci ispiriamo (vogliamo vincere facile) per una ricetta con le uova, versatilissimi ma che portiamo come aggiunta in una preparazione delicata e attenta parliamo dell’uovo marinato (celebre quello da Cracco), mischiate in parti uguali zucchero e sale e adagiate il tuorlo sul letto della miscela in un contenitore aperto, ricoprite il la restante parte della miscela l’uovo. Di fatto si tratta di una essicazione per salatura – pratica di conservazione più che millenaria, ricordate tipo le mummie egiziane…??? – a cui si aggiunge lo zucchero per smorzarne la sapidità. Dopo 5 ore avrete un uovo solido all’esterno e cremoso all’interno, se raddoppiate il tempo un uovo gommoso, perfettamente affettabile.

Se attendete due settimane avrete una secchezza tale che potrete grattugiarlo. Ricordate sempre di sciacquare bene con acqua fredda per eliminare il residuo salino.

 

Potete fare dei taglioni e quindi grattugiare sopra il vostro uovo e finire con pepe di fresca macinatura – ma quale birra – una buona soluzione di accompagnamento visto la sapidità ci viene dal gruppo dei weizen, magari una birra di frumento non filtrata, senza aggiunte di spezie e con un basso grado amaricante del luppolo.

 

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