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Comunità Annunciata, un corto “Fuori Fuoco” sulla gioventù ai margini

Il video Fuori Fuoco, realizzato da un gruppo di minori accolti da Fondazione Somaschi Onlus, sarà presentato in streaming il 18 dicembre alle 17.30

Fuori Fuoco: a volte da adolescenti ci si sente così. Succede più o meno a tutti in questa fase della vita in cui non si è più bambini ma non si è ancora adulti. Capita a maggior ragione a quei minori vittime di situazioni familiari difficili o addirittura abbandonati.

Fuori Fuoco è anche il titolo del cortometraggio realizzato da un gruppo di ragazzi accolti dalla Comunità Annunciata di Como, gestita da Fondazione Somaschi Onlus, che verrà presentato dagli stessi protagonisti venerdì 18 dicembre alle ore 17.30 in diretta streaming sulla pagina Facebook della onlus. Il trailer è già disponibile sul canale Youtube della Fondazione.

Il progetto – realizzato a Como dalla Fondazione Somaschi in collaborazione con CSV Insubria (Centro di servizio per il volontariato di Como e Varese) e ASCI (Azienda Sociale Comuni Insieme) grazie al sostegno di Fondo Sociale Europeo e Regione Lombardia – fa parte dell’iniziativa My Map Plus per l’inclusione socio-lavorativa e la prevenzione della marginalità a favore di minori sottoposti a un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria Minorile.

Tra i ragazzi in difficoltà accolti nella Comunità Annunciata e da ASCI, infatti, ci sono anche alcuni giovani provenienti dal circuito penale per i quali il giudice ha deciso di sospendere il processo e di avviare un periodo di “messa alla prova” al termine del quale, se l’esito è positivo, il reato può anche essere estinto.

Fuori Fuoco fondazione somaschi

Questo progetto ha coinvolto in modo particolare loro, non solo come attori ma soprattutto nell’ideazione e realizzazione del corto. Guidati dagli educatori di riferimento Jonathan Tupputi e Mauro Oricchio, dal regista Andrea Rossini, con la collaborazione di Massimiliano Arrighi, hanno sviluppato il concept del video lavorando sui temi della marginalità e della legalità. Da questo lavoro, iniziato con interviste anonime e sviluppato attraverso più momenti di confronto in gruppo, è nato Fuori Fuoco.

«I ragazzi si sono impegnati molto, accettando di aprirsi su temi per loro difficili da affrontare, a volte anche raccontando aspetti molto dolorosi del proprio vissuto – ha spiegato Jonathan Tupputi, educatore della Fondazione Somaschi -. Quello che è emerso in particolare è un fortissimo bisogno di appartenenza, di identità, molto più accentuato rispetto ai coetanei, oltre a un senso di rabbia e ingiustizia per il contesto da cui si proviene. Sentimenti che spesso trovano unico conforto nel gruppo e che, in situazioni di vita particolarmente difficili, possono sfociare in atti al limite della legalità. Ma il desiderio di riscatto c’è ed è forte: questi giovani hanno dei sogni e intendono provare a inseguirli, nonostante tutto. Perché “mettersi a fuoco” è anche una questione di scelta».

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