Lontani ma vicini

LOCKDOWN COUNTDOWN – 3 Marco il giornalista (e nostro direttore)

di Sabrina Sigon

In vigore dal 6 novembre fino al 3 dicembre, il nuovo Dpcm impone una serie di restrizioni necessarie a contenere la pandemia ormai ben nota a tutti. Nella speranza, che è anche una convinzione visti i precedenti risultati, che nelle prossime settimane si possa assistere a un miglioramento della situazione, perché non trascorrere questo nuovo “tempo sospeso” restando in contatto con chi, in diversi settori e professionalità, ha animato o si apprestava a farlo, il tempo della quotidianità fino a ieri condivisa? Nel nostro “conto alla rovescia” vogliamo incontrarci – anche se virtualmente – raccontarci, condividere e occupare questo spazio per viverlo, nonostante le difficoltà, in modi diversi e interessanti, ascoltando insieme opinioni, consigli e curiosità.

Il numero 3 simboleggia la creatività come espressione e sviluppo dell’intelletto. Inoltre, rappresenta la facoltà di adoperare al meglio la conoscenza acquisita e di elaborare nuovi sistemi di comunicazione. Il numero 3 emana una profonda energia che si esplica in modo vivace, prolifico e appassionato. Questo deriva dalla congiuntura della forza innovatrice del numero Uno con quella della capacità di sviluppo del numero Due. Tutto ciò sta a indicare che siamo in presenza di un forte flusso energetico che sollecita e accompagna l’immaginazione.

La persona del Tre generalmente è ottimista e ama decorare tutto ciò che circonda la sua vita. Le sue azioni sono sempre accompagnate da entusiasmo e grande partecipazione esternando, al contempo, la sua forte potenzialità interiore. Le persone rappresentate dal numero 3 trovano la loro giusta dimensione nel rapporto con gli altri, condividendo idee, pensieri ed emozioni. Generalmente allegre, cordiali e con uno spiccato senso di umorismo, i numeri Tre hanno un innato potere di coinvolgimento riuscendo a contagiare le persone che ruotano intorno al loro mondo. Giudicate, a volte, come persone frivole, sono spesso ricercate per godere della loro compagnia.

lockdown countdown

Ma bando alle chiacchiere, che il tempo passa, e cominciamo quindi con il nostro ospite che, vista la sua professionalità, potrà raccontarci subito cose molto interessanti.

Oggi siamo con Marco Romualdi, giornalista e Direttore Responsabile di CiaoComo Radio; un ospite importante sia per la professionalità sia per il ruolo che ha avuto e ha tuttora nello scorso e nell’attuale lockdown con le sue dirette Facebook.

Marco com’è nata questa vocazione per le dirette che hanno incuriosito e avuto un grande seguito già all’indomani del primo lockdown?

Credo che questa vocazione fosse già innata in me; in merito avevo fatto anche questo in precedenti esperienze. Poi, quando tutto si è bloccato, noi avevamo la possibilità di girare e di vedere e ci siamo subito messi in moto; inoltre sono stati spesso i nostri lettori e telespettatori che ci hanno chiesto di far vedere vari luoghi: il Duomo, il Baradello, i giardini, Como deserta, un po’ di tutto. Noi abbiamo cercato di accontentare quasi tutti. Ho una mail piena zeppa di messaggi nei quali la gente ci faceva delle richieste. All’inizio qualcuno già ci seguiva ma, in seguito, il numero è aumentato, sono aumentate le persone che interagivano. In maniera importante e inattesa che ci ha fatto un grande piacere”.

La diretta: momento estemporaneo ma soggetto a regole. Che riflessioni hai fatto rispetto a quello che succedeva mentre riprendevi?

A volte non sei subito consapevole di quello che succede. Parlo anche, in questi mesi, dei gravissimi fatti di cronaca che abbiamo avuto, quindi non solo il lockdown. Ad esempio, l’esplosione della casa di Andrate, Fino Mornasco. Quella mattina siamo stati i primi ad arrivare lì. Mi sono trovato davanti a uno spettacolo impressionante, non mi rendevo conto bene nemmeno di quanto stesse accadendo, le immagini erano confuse e forti. Cercavo soprattutto di non riprendere cose che potessero urtare la sensibilità delle persone. Poi l’incidente del lago di Como, nel quale è morta una ragazza di Moltrasio, la morte di Don Roberto: siamo stati avvisati la mattina e siamo corsi lì. Questi sono stati tre episodi molto drammatici, insieme al maltempo nell’alto lago, un altro evento importante; noi siamo andati subito la mattina e abbiamo visto delle situazioni pazzesche. Ecco questi quattro episodi notevoli. Per quanto riguarda altre regole, quella di dare l’informazione corretta a chi sta guardando, rispettando, però, anche chi sta dall’altra parte, le vittime, cercare di non far vedere immagini crude o crudeli, per non urtare la sensibilità di tante persone. Un’altra cosa, sempre a proposito delle regole, che a noi piace, è quella di interagire con le persone in tempo reale. La gente scrive, commenta, fa anche complimenti e pure critiche. Cerchiamo di essere equidistanti ed equilibrati. L’abbiamo fatto con il Comandante dei Vigili in occasione del primo lockdown, cerchiamo di farlo con il Presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi che viene tutte le settimane in radio a rispondere agli ascoltatori. Non una cosa così scontata. Anche con lui ci sono tantissime persone che interagiscono, che chiedono, che lo vedono come un bel punto di riferimento”.     

Il lavoro continua anche dopo

Durante il primo lockdown, fra marzo e aprile, impiegavamo circa un’ora e mezza al mattino e un’altra ora e mezza al pomeriggio a rispondere alla gente che scriveva domande via mail. Questo ti dà l’idea dell’impegno. Anche perché, spesso, non era sufficiente rispondere con un sì o con un no, ma alcuni temi erano davvero complicati, situazioni difficili, gente in difficoltà economica. Abbiamo dato anche dei riferimenti alle forze dell’ordine per situazioni che, a nostro giudizio, sembravano un po’ borderline. Abbiamo cercato di rispondere a tutti. Mi rendo conto che, sebbene non siamo sempre riusciti a essere tempestivi, ce l’abbiamo fatta”.

Tornando alle tue dirette: quale delle tante è rimasta nei tuoi ricordi perché qualcosa è andato storto?

Mi hai fatto ricordare prima, a proposito di richieste, un episodio che avevo rimosso: una mamma con le sue bambine – poi si erano aggiunte altre persone – ci aveva chiesto di poter sentire lo sparo del cannone che, i comaschi lo sanno, a mezzogiorno si sente in città e rappresenta una tradizione. Eravamo andati a Sant’Agostino, sotto il punto dove c’è la salita della Funicolare; a metà percorso c’è questo cannone del Carescione. La prima volta, ricordo, aveva funzionato, mentre le altre due no. A quel punto eravamo rimasti tutti male, sia noi sia gli spettatori che si aspettavano lo sparo del cannone. Poi abbiamo saputo il motivo: durante il lockdown non c’erano i rifornimenti delle cartucce che vengono inserite nel cannone per poter sparare. A quel punto avevamo fatto una richiesta formale all’ATM, la società che gestisce la Funicolare. Loro ci avevano risposto in tempo zero e ci avevano portato, a luglio, proprio al Carescione per assistere allo sparo dal vivo e ti assicuro che, sentito da lì, è fortissimo”. 

Ultimamente, purtroppo, si sono fermati di nuovo molti settori fra cui quello turistico. Parlare di turismo, quindi, diventa ancora più importante, e tu lo stai facendo insieme all’Associazione Guide del Lago di Como, con la Presidente Rita Annunziata: a Civenna, con tante curiosità, alla scoperta della Val Sanagra, nel museo a cielo aperto di Caglio con il pittore Segantini. Ci anticipi quali saranno le prossime?

Ce ne saranno tantissime. Con Rita Annunziata, quest’anno, siamo saliti sul Concordia, siamo andati in sala macchine grazie a lei; abbiamo visto il Santuario di Ossuccio, patrimonio Unesco, abbiamo visto il luogo dove è stato fucilato Mussolini, a Mezzegra, di idee ce ne sono tante. Questa settimana saremo in Val Solda, poi andremo nella zona di Menaggio e dell’alto lago per ritrovare quel paesaggio meraviglioso. Grazie a Rita e alle sue collaboratrici perché con Mondo Turistico abbiamo visto tantissime cose”.

La collaborazione, inoltre, con la guida botanica della Spina Verde Anna Bocchietti  

Anche qui, una casualità. Anna ci aveva portato questa estate a vedere sia il Baradello sia il Pin Umbrela, un posto panoramico bellissimo dove si vede il lago. In quella occasione mi aveva fatto notare che sarebbe stato bello dare ai telespettatori anche delle informazioni su che cosa c’è nel bosco. Lei è una grandissima botanica e prende spunto dalla natura del bosco per fare delle lezioni molto interessanti. A proposito faccio questa anticipazione: fra botanica e giro del Lario abbiamo avuto la proposta della Società Archeologica Comense che ci ha chiesto di fare 12 pillole della Como particolare, la Como nascosta: i giardini di Viale Varese, Porta Torre, il Broletto. Faremo anche questo. Con l’occasione voglio ringraziare anche i pescatori di Como Alpha perché quest’anno sono stati fondamentali: ci hanno portato in barca, ci hanno fatto vedere di tutto e di più dal lago. Grazie a William e a tutti i pescatori abbiamo fatto vedere la bellezza del lago dal lago”.

 Un anno molto difficile, difficilissimo, conclude Marco Romualdi. Che, però, ci ha permesso di vedere e di scoprire il nostro territorio. Dai, diciamola così.

 

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