
Oggi, caro Gerolamo, dopo 28 lunghi giorni passati insieme, fianco a fianco, i medici ci separano. A me mandano a completare la degenza in altra struttura ospedaliera. Lasciando la postazione col caschetto ad altri pazienti.
In queste settimane, ci siamo sempre sostenuti, anche nei giorni che non riuscivamo a dirci nemmeno una parola, passando le ore dentro a quei “cappucci” tanto infernali quanto essenziali, che ci toglievano solo quella mezzoretta ai pasti.
Ci siamo aiutati… complementari, l’uno sentinella dell’altro.
Ti volevo dire grazie Gerolamo.
Grazie davvero…
… per tutte le volte che mi hai strappato un sorriso, con le tue uscite spontanee e simpatiche;
… per avermi spesso toccato il cuore, nel vederti commuovere quando mi raccontavi della tua vita, dei tuoi affetti e di persone importanti venute a mancare…
… per quando mi raccontavi le poesie o quando, parlando al telefono con Cristina Le hai detto: “Qui ho trovato un fratello”…
…o che non avresti mai immaginato che un giorno avresti conosciuto il tuo angelo custode… “ma te lo saresti immaginato più bello!”…
… per avermi ricordato in mille cose il mio papà… stessa leva, stesso stile, stessa passione per l’arte e la musica, stessa propensione ad avere la battuta pronta con simpatica ironia…
… per avermi supportato, ma soprattutto sopportato, in queste settimane dove tra videoconferenze, incontri di giunta on-line e telefonate continue, ti ho martellato letteralmente gli “zebedei”… ma tu, x non farmi sentire a disagio mi dicevi: “ormai mi preoccupo se non ti sento parlare”
… per quando, su mia “committenza”, mi intonavi pezzi di lirica… con conseguente stupore ed ilarità del personale sanitario.
… per quando mi chiedevi sempre se volevo il tuo panino.
… per avermi fatto riflettere su alcuni aspetti della mia vita e dispensato consigli paterni.
Sei una persona speciale, non vedo l’ora di rivederti fuori di qui.
Una cosa è certa… la nostra amicizia, non finirà tra queste mura.
GRAZIE GEROLAMO! T.V.B. A PRESTO!
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