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Lombardia zona rossa, la denuncia di Confesercenti: “Concorrenza sleale della grande distribuzione”

L'associazione di categoria sottolinea che, in alcuni punti vendita della grande distribuzione in provincia di Como, sia possibile l'acquisto di beni espressamente vietati dall'ultimo Dpcm

supermercato

«Settori come quelli di abbigliamento, calzature, fino agli addobbi natalizi sono in ginocchio in un periodo fondamentale per i bilanci come era quello natalizio e vedere la grande distribuzione che a dispetto di tutte le norme tiene aperti interi corridoi con questi generi vietati dal Dpcm, ci indigna e merita l’intervento delle autorità competenti». Sono dure le parole di Angelo Basilico, direttore di Confesercenti Como, che dà voce ai tanti messaggi ricevuti da imprenditori che, con le proprie serrande chiuse, nei punti vendita della grande distribuzione vedono in vendita articoli bloccati dall’ultimo Dpcm. «Chiediamo ai sindaci – conclude il responsabile di Confesercenti – di mettere in campo controlli capillari per evitare un fenomeno evidente di concorrenza sleale».

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Ma cosa dice il decreto? Il responsabile di ogni attività commerciale, comunque denominata (ipermercato, supermercato, discount, minimercato, altri esercizi non specializzati di alimentari vari) può esercitare esclusivamente l’attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità ed è, quindi, tenuto a organizzare gli spazi in modo da precludere ai clienti l’accesso a scaffali o corsie in cui siano riposti beni diversi da quelli alimentari e di prima necessità. Nel caso in cui ciò non sia possibile, devono essere rimossi dagli scaffali i prodotti la cui vendita non è consentita. Tale regola vale per qualunque giorno di apertura, feriale, prefestivo o festivo. Sono infatti sospese le attività di commercio al dettaglio, fatta eccezione per la vendita di generi alimentari e di prima necessità individuati nell’allegato 23. La vendita dei beni consentiti può avvenire sia negli esercizi “di vicinato” (piccoli negozi) sia nelle medie e grandi strutture di vendita, anche all’interno dei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso esclusivamente agli esercizi o alle parti degli esercizi che vendono i beni consentiti. Sono chiusi i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie.

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