Como

Teatri chiusi, attori sotto la pioggia. I lavoratori dello spettacolo ancora penalizzati

Le ambulanze passano a sirene spiegate in piazza del Popolo a Como questa mattina, il giornale riporta che a Milano tre chiamate su quattro al 118 sono casi Covid. Ieri 400 casi di positività a Como hanno fatto segnare il numero più alto da inizio pandemia. Il nuovo DPCM ha messo la Nazione in condizione di semi lockdown, era necessario per controllare la curva dei contagi. Ma cinema e teatri, forse, potevano essere risparmiati, la chiusura arriva dopo che le strutture si sono messe a norma con impegno economico e sacrificando posti a sedere per il distanziamento sociale, uno stop proprio nel momento in cui i programmi stagionali sono in partenza è un “mazzata” fatale per i teatri e, soprattutto, per i lavoratori dello spettacolo già messi a durissima prova dal lungo lockdown primaverile.

Senza un tetto non solo per gli spettacoli, ma anche per le prove,  i Teatranti Uniti di Como, gruppo spontaneo di attori nato dall’esigenza di fare fronte comune per limitare i danni, e impegnato in questi giorni per l’allestimento dello spettacolo “Le troiane”, si è ritrovato questa mattina sotto il portico del Teatro Sociale, la casa della cultura, chiusa da oggi al 22 novembre, per un allenamento.

Una piccola protesta il cui significato è chiaro: se chiudete i teatri ci buttate per strada, in tutti i sensi. La decisione di includere anche cinema e teatri nel DPCM del 24 ottobre, nonostante un’indagine dell’AGIS datata inizio ottobre. i teatri sono un luogo sicuro, molto più sicuro di molti altri, è risultata poco comprensibile, non solo dafli addetti ai lavoro, ma anche da molti  amministratori e politici. Una lettera firmata dagli assessori alla Cultura di molte grandi città d’Italia chiede al Ministro Franceschini e al Governo di rivedere il provvedimento.

Intanto gli attori sono senza casa e senza pubblico.

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