5 cose su Lario e dintorni

5 cose

Lario e dintorni, 5 itinerari in mountain bike con Fabio Algarotti

5 mtb fabio algarotti

E’ finita l’estate, ma non il pacere di andare in bici, anzi. L’autunno è una stagione ancora buona per pedalare, le temperature più fresche e i caldi colori della natura saranno ottimi compagni di viaggio. Le nostre montagne e colline ci danno infinite possibilità di percorsi in mountain bike, dai più semplici, con pochi chilometri ed un minimo dislivello, e quelle un po’ più lunghe con qualche salita in cui mettere alla prova il proprio allenamento, l’importante è non perdere di vista l’obiettivo finale… divertirsi!

Abbiamo chiesto a Fabio Algarotti di MTB COMO TOURS di scegliere, per i nostri lettori, cinque itinerari  con difficoltà crescente, che uniscono al piacere dell’esercizio fisico, un’immersione totale nella natura.

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  1. Toccata e fuga:

20 km nei boschi sopra Como, adatto a tutti, con poco dislivello (circa 600 metri)

Partenza da Como, si passa da Cernobbio, Piazza S.Stefano, Piazzola, Pievenello e Duello andata e ritorno, zigzagando per le varie mulattiere presenti in tutto il territorio montuoso. Sconsigliato se i giorni prima ha piovuto in quanto le mulattiere sono lastricate con la famosa pietra di Moltrasio, molto bella e resistente, ma anche scivolosa se bagnata.

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Sopra Cernobbio c’è uno straordinario angolo dei monti Lariani con scorci panoramici sul Lago di Como e sulla Svizzera, un posto di confine i cui sentieri hanno visto passare ladri, contrabbandieri e dissidenti in fuga. Un luogo che, se potesse parlare, potrebbe raccontare la Storia, è la Croce dell’Uomo (Crus da l’Omm), un’altura ricoperta da un imponente bosco di castagni. Motivo in più per andarci sono le curiosissime sculture realizzate da Giò (Giosué) Aramini, intagliate nel legno o addirittura negli alberi, che fanno di questo posto un luogo originale e unico. Nel bosco, ben tenuto e facilmente percorribile, spuntano sculture dedicate ad animali, a citazioni, proverbi, pensieri, incisi sui tronchi, fantasiose segnalazioni, curiosi cartelli, e rivisitazioni di oggetti della memoria. La sorpresa sarà sempre dietro l’angolo, con grande piacere dei bambini.

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Aramini è stato un grande imprenditore ed ha dedicato la sua vita al lavoro, appena poteva, però, amava trascorrere i fine settimana nella sua bellissima casa di Piazzola dove ha trascorso  la sua infanzia in compagnia del nonno Giuseppe che gli ha tramandato la passione per la natura e per i boschi. Un giorno gli venne la brillante idea di scolpire i tronchi caduti per vecchiaia o a causa di agenti atmosferici ricavandone bellissime figure come civette, galli, gufi, serpenti, cervi, orsi, lumache, fiori e di imprimere antichi proverbi e frasi poetiche. Da quando Giò è in pensione i boschi cernobbiesi si sono popolati di queste sculture lignee che fanno parte del panorama e sono davvero bellissime. C’è anche un libro dedicato ai suoi amici del bosco: I legni di Giò di Alessandro Dominioni Editore. (da exploratoridelladomenica.it) 

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  1. Spina Verde:

56 km di puro divertimento. Adatto a tutti perché il percorso lo si può interrompere quando si vuole e raggiungere le strade più trafficate per ritornare al punto di partenza.

Si può partire dal Lido di Montorfano, passando per Lipomo, Albate, Monte Croce, Monte Olimpino e ritornare a Como. Il percorso si svolge attorno alla città di Como, e la caratteristica principale di questo tour è quello di visitare il vecchio sistema di difesa medioevale della città o quello che è rimasto delle trincee della 1° guerra mondiale.

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Simbolo ed emblema del Parco Spina Verde è il Castello Baradello e questo ci ricorda che le alture sopra Como ebbero una grande importanza per la difesa della città in epoca medioevale e anche molto prima, La fortificazione sorge su un colle che, per le sue caratteristiche è stato più volte utilizzato come postazione  strategica per il controllo del territorio circostante: lo stesso appellativo Baradello proviene dal vocabolo celtico barrus, ovvero luogo elevato,  ritrovamenti di monete romane hanno fornito l’indicazione di un avamposto difensivo e di avvistamento di epoca romana. L’aspetto odierno del Castello è dovuto all’Imperatore Federico Barbarossa che, dopo la vittoria del 1158 su Milano, aiutò i Comaschi a ricostruire la torre sui resti delle più antiche fortificazioni. Oggi del Baradello, smantellato dopo il 1526 dagli invasori Spagnoli per paura che la popolazione potesse usarlo come luogo di difesa, rimane sono la torre come un “faro di pace” (come lo definì lo scrittore Giovanni Verga) a guardia della città e del Parco.

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Del complesso fortificato del colle Baradello facevano parte anche tutta una seria di ambienti collegati alla Torre principale. Tra le meglio conservate, a circa 300 metri di distanza dalle fortificazioni principali sorge una torretta di avvistamento che dominava il passaggio obbligato verso la convalle e la città murata. Oggi sono visibili anche alcuni tratti delle mura di fortificazione e difesa che si sviluppavano attorno al complesso del castello sopravvissuti alla distruzione “spagnola”. Sembra, anche con l’ausilio di alcune pubblicazioni e disegni antichi, che le mura scendessero fino a lambire il monte Goi dirimpetto al colle del Baradello  costituendo così non solo un punto di vista formidabile ma anche una fortezza inespugnabile e una difesa per la città murata.Il complesso delle cascine Respaù a poca distanza dal castello,  rappresentavano in epoca medioevale la servitù del Baradello. Si tratta di alcune cascine fortificate in grado di resistere con il castello ad un assalto nemico. Nell’area, grazie anche alla favorevole esposizione, si coltivava gelso e tutto ciò che occorreva al castello. (da spinaverde.it)

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  1. Dorsale Lariana:

80 km circa A/R partendo dall’arrivo della funicolare che porta a Brunate fino a Bellagio.

Percorso non troppo tecnico ma che richiede ugualmente esperienza perché si passano molto ore sulla mountain bike. Panorami e luoghi fantastici riempiono questo percorso, passaggi caratteristici come il Sentiero dei Faggi, il Bollettone, il Cornizzolo e il Monte San Primo sono i maggiori obiettivi ma non se ne escludono molti altri… All’arrivo a Bellagio si consiglia di tornare dalla provinciale Lariana, se proprio siamo allo stremo si può prendere il battello che ci riporta a Como.

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Il Monte San Primo, con i suoi 1681 m, è la cima più alta del Triangolo Lariano e anche uno dei punti più panoramici. Dalla sua sommità il paesaggio è molto affascinante e di ampio respiro: a nord la punta di Bellagio che si protende tra i due rami del lago, circondato dalle montagne, a sud le dolci colline della Brianza, la pianura e l’evanescente profilo degli Appennini. Il San Primo è stato, ed è tuttora, un punto di riferimento importante per gli abitanti della zona. La vetta è contrassegnata da una croce, due antenne radio ed un punto trigonometrico dell’Istituto Geografico Militare, simboli della tradizione religiosa e delle moderne comunicazioni, nonché caposaldo geografico.
Fin dall’antichità, le sue estese pendici, le “selle” ed i pianori in quota – come altri rilievi del Triangolo Lariano – hanno ospitato insediamenti umani, con lo sviluppo di una florida economia “di montagna”. In particolare, l’allevamento del bestiame, con la produzione dei derivati del latte, il taglio della legna, il taglio del fieno, sono state per secoli le attività tradizionali, fino agli anni‘40 circa dello scorso secolo.
Dal Medioevo, ma ancora di più nei secoli XVIII e XIX, l’uomo ha progressivamente eliminato la copertura vegetale della parte sommitale delle montagne del Triangolo Lariano, costituita principalmente da Faggi ( Fagus sylvatica), per ricavarne legna da ardere e praterie da sfalcio, regolarmente tagliate e concimate per produrre fieno. L’effetto di questo processo è visibile ancora oggi: infatti tutta la dorsale del Triangolo Lariano è priva di vegetazione, anche se, con l’abbandono dell’allevamento, in molte zone, questi ambienti sommitali, non più tenuti a prato, sono stati colonizzati da boscaglie pioniere di Betulle ( Betula pendula) e Noccioli (Corylus avellana), preludio ad un prossimo ritorno della faggeta.

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  1. Giro del BISBINO:

30 Km circa con un dislivello di circa 1300 metri, con partenza dalla piazza di Cernobbio e arrivo nella stessa

Il percorso si snoda tra la Svizzera e l’Italia, passando proprio sui luoghi della 1°guerra mondiale, al confine tra i due Stati, passando dalla Croce dell’uomo, dalla cima del monte Bisbino e scendendo per le fantastiche mulattiere di Madrona, Garzegallo e Rovenna.

Il Bisbino è una montagna ricca di storia, balcone sul Ticino e sul nostro lago di Como, deve molto del suo fascino alla leggenda degli spalloni, i famosi contrabbandieri che trafficavano principalmente sigarette stivate nelle famose “bricolle” proprio per poter attraversare la “ramina”, ossia la recinzione che percorreva il confine tra Italia e Svizzera e che proprio ancora oggi si può vedere in alcuni punti.

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Una proposta per un Bisbino insolito, se si cercano stranezze e una faticata allenante….Esiste una scaletta di pietra, dislivello 550m circa e 1800 scalini circa, che da Roggiana, frazione alta di Vacallo e di Maslianico, sale al Pizzo Meda in verticale. Ma proprio in verticale…!!!. Originariamente era il cammino di ronda dei finanzieri lungo la ramina di confine, ora è stata pulita dai volontari di Maslianico, ed è percorribile senza rischi ma con solo il fiatone. Non dà respiro e, a 50m dalla fine,  si incrocia il sentiero “Aramini” che collega, con vari e bei manufatti, Sagno alla Croce dell’Uomo. Per arrivarci: da Maslianico seguire per il cimitero, seguire la strada fino alla fine, valico pedonale di Roggiana. Si prende la scaletta vicino alla sbarra di confine e si attraversa su un ponte la valle del Guasto, subito dopo parte la Scala di Ronda

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  1. Spezza gambe:

Tour panoramico di 2 giorni consigliato ai più allenati o al classico amatore armato di e-bike. Il tour prevede 35 km al primo giorno e 50 km nel secondo, con dislivelli oltre i 1500 metri, partendo sempre dalla piazza di Cernobbio e salendo dalla strada che porta in cima al Monte Bisbino.

Una volta arrivati in quota ci si dirige verso Nord rimanendo altalenanti sempre in quota passando per i diversi rifugi (Bugone, Murelli, Prabello), Casasco d’intelvi, Orimento, Rifugio Boffalora e per finire il primo giorno al Rifugio Venini dove si pernotterà; il giorno seguente si procede sempre verso Nord passando da Grandola e uniti, Alpe Nesdale e scendendo verso Sant’Amate, luogo stupendo e panoramico, si arriva a Menaggio dove possiamo ritornare dalla strada Regina o con il traghetto fino a Como o Cernobbio.

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Sant’Amate è una chiesetta di montagna famosa per essere in una zona panoramica decisamente notevole, che abbraccia tutto il lago di Como, dal Pian di Spagna fino a intravedere Lecco. Di fronte si ha il gruppo Legnone, Tre Signori, Grignone e Grignetta. Sul versante opposto invece si può avere uno scorcio del lago di Lugano, e dell’arco alpino dalle Alpi Marittime (si riconosce in lontananza il Monviso) al monte Rosa. Ci si può arrivare in circa 1.45 di camminata (650 mt. di dislivello). Si può lasciare l’auto al parcheggio in località Monti di Breglia (a circa 1000 mt.), è il percorso più breve; il sentiero è abbastanza facile, e non richiede particolare allenamento visto il dislivello medio. Si seguono prima le indicazioni per il rifugio Menaggio, e poi si prosegue seguendo il cartello per la località S. Amate. Il sentiero stesso, dal rifugio Menaggio in poi, taglia a mezza costa la montagna, ed ha numerosi punti panoramici.

5 mtb fabio algarotti

Fabio Algarotti è team leader dell’ Accademia Nazionale di Mountain Bike Italia, nonchè Guida di Mountain Bike specializzato in E-bike. E’ stato eli soccorritore, tecnico del Corpo nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, Vigile del Fuoco volontario e Istruttore di Canyoning e Speleologia del Club Alpino Italiano (CAI). Con MTB Como Tours guida gruppi o singoli escursionisti sulle migliori ROUTES del Lago di Como.

Grazie alla conoscenza di tecniche ed equipaggiamenti delle varie attività sportive di cui si occupa e si è occupato, ha aperto il negozio di articoli sportivi tecnici K2O Sport in viale Matteotti a Cernobbio www.k2osport.it . 

Per contattare Fabio 327 634 03 07

 

 

 

 

 

 

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