Como

Davide Fent in difesa del Politeama: “Un’occasione da non perdere per la città”

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La scorsa settimana Francesco Nessi, liquidatore della “Società del Politeama” l’ha detto chiaro e tondo: “Il teatro Politeama di Como così com’è e con i vincoli cui è sottoposto non interessa nessuno inoltre ha urgente bisogno di interventi di messa in sicurezza”. 

Il socio di maggioranza è, ricordiamolo, il Comune di Como che ha ereditato le quote dalla proprietà Gaffuri, ma, in oltre quindici anni e tre amministrazioni, non è mai stato fatto alcun passo concreto per restituire alla città un bene prezioso per la cultura del territorio. Anche dopo le parole di Nessi,che suonano un po’ come ultimatum, il futuro del vecchio teatro in piazza Cacciatori delle Alpi rimane quanto mai fosco. Tra le ipotesi più catastrofiche, ma non improbabili secondo il liquidatore, è che la struttura, lasciata al suo destino, diventi davvero irrecuperabile, oppure che venga acquistata, ad una valutazione ben inferiore agli attuali 2.5 milioni dell’ultima stima effettuata, da chi ha ben altre mire sull’area e che avrebbe tutto l’interesse a lasciare che l’edificio deperisca sempre più di modo da abbatterlo e aggirare, così, i vincoli della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio e quelli legati alla destinazione d’uso.

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Sono tanti i comaschi preoccupati per la sorte del cinema teatro, in particolare (e non è la prima volta), Davide Fent, che in passato è stato presidente della “Società del Politeama Srl”, ha inviato ai media e diffuso sui social il suo appello battagliero “Il Politeama non si tocca. Ci incateniamo” di cui riportiamo qui il testo:

A Como  c’è un bene culturale nel cuore della città,  che attende di essere salvato a nuova vita, lo storico Teatro Politeama. Inaugurato il 14 settembre del 1910 con la Bohème di  Giacomo Puccini, non si mancò di sottolineare la perfetta rispondenza dell’ edificio alle esigenze di un teatro popolare. Positive furono le reazioni ai locali destinati alle funzioni collaterali: il ristorante venne inaugurato tra il giubilo generale con un banchetto di 130 coperti . Il Politeama ha chiuso definitivamente i battenti all’inizio del 2005. All’ingresso si distingue ancora la locandina dell’ultimo film proiettato, ‘The Aviator’ di Martin Scorsese Sicuramente è prioritario restaurare la sala, attualmente dotata di 433 posti. Se continua a essere ignorato si può trasformare in un ulteriore monumento lasciato andare in rovina.  Quando si mette piede in sala, il fascino delle decorazioni liberty e della copertura apribile progettata dal celebre architetto Federico Frigerio ancora prevale sul degrado, che comunque avanza a passi da gigante. Ma avventurandosi nel retropalco e salendo nelle stanze ai piani superiori, fino a sbucare sul tetto, sembra di essere in un film malinconico e struggente. I camerini e le stanze (in tutto 11 camere e 3 appartamenti) che hanno ospitato tanti celebri protagonisti della musica, del teatro e dell’operetta.   Il teatro Politeama, ubicato nella città di Como all’incrocio tra viale Cavallotti, via Tolomeo Gallio e via Alfredo Oriani appena fuori le vecchie mura della città, sorge su un terreno comunale adibito ad uso caserma per il reggimento di fanteria. Agli inizi del ’900 la città di Como era nel pieno dello sviluppo economico e questo “favorisce il moltiplicarsi delle sale di proiezione: alla fine del 1907 sono già tre, cui si affianca saltuariamente anche il Teatro Cressoni (poi Cinema Centrale). Nel 1910 si costruisce il Politeama, un teatro caratterizzato da nuove soluzioni architettoniche in grado di valorizzare al massimo le rappresentazioni di prosa e di opera lirica, nonché di accogliere spettacoli vari tra cui il circo”. 

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All’interno, oltre alla sala teatrale con una capacità di ben 1300 persone (al tempo dell’inaugurazione) tra platea e balconata, si trovano camerini, 14 stanze d’albergo utilizzate per lo più per gli attori e teatranti, un bar e il ristorante. Era considerato un teatro innovativo in quanto tolte le poltrone della platea si poteva ospitare il circo. L’architetto Frigerio studia nei minimi dettagli le modalità per fare entrare animali di grossa dimensione all’interno del teatro realizzando sul fronte secondario (su via Oriani) un grosso portale attraverso il quale si accede al sottopalco. Questo fu realizzato in legno con una struttura a travi e pilastri completamente smontabili per permettere appunto l’accesso in sala ad ogni tipo di animale. Nel 1938 sempre l’architetto Frigerio progetta un cinema all’aperto, mai realizzato, nello spazio compreso tra il fronte retro del Politeama e la via Oriani. Il foyer e il guardaroba sono rialzati rispetto l’ingresso di qualche gradino (93 cm dal piano strada), da qui si può accedere alla platea o tramite due scale (una a destra e una a sinistra) alla prima balconata e ai palchi. La seconda balconata è accessibile da una scala posta sul retro della biglietteria e dotata di strutture a sedere, simili a panche in legno, meno confortevoli rispetto al resto del teatro. Dalla prima balconata si può accedere ai camerini e alle stanze poste ai lati del palcoscenico e collegate direttamente allo stesso.  La struttura del Politeama è realizzata con pilastri, travi primarie, secondarie e solai (di spessore 10 cm) con il sistema innovativo in conglomerato cementizio armato chiamato “Hennebique”.  Il palco invece, rialzato rispetto alla platea di circa 130 cm, è completamente realizzato con una struttura in legno (travi, pilastri e tavolati). 

Nel fondo Architetto Frigerio sono conservati disegni e progetti di preparazione sul teatro Politeama; sono presenti studi dettagliati su quante persone poteva contenere il teatro oltre a piante e prospetti in scala 1:50 che presentavano le varie soluzioni studiate dall’architetto prima di arrivare a quella definitiva del 1910.  Il teatro chiuso nel maggio 1985 perché non rispondente alle norme di sicurezza, riapre poi nel 1988 anche se limitatamente alla platea e alla balconata e solo per spettacoli cinematografici, fino alla totale chiusura nel 2005.  L’allora proprietario Alfredo Gaffuri lasciò in eredità al comune i quattro quinti, quota di partecipazione detenuta: 81,6325%   del cineteatro mentre  la restante quota di minoranza (il 18,37 per cento ) è suddivisa in ben 67 privati cittadini.  L’ Amministratore Unico è il Dottor Andrea Passarelli, già Presidente dell’ Ordine dei Dottori Commercialisti di Como , e revisore dei conti della Società Palchettisti Teatro Sociale. Sul Politeama è stato scritto molto, ricordi , emozioni. Devo ringraziare Fabio Cani , storico ed Editore della NodoLibri che al Politeama ha dedicato un capitolo del volume da lui curato “Federico  Frigerio. Il lato tradizionale del nuovo” di prossima pubblicazione,; e grazie  alla dr.ssa Elisabetta Bonini  per la sua tesi “  Il Politeama di Como: ipotesi per un recupero “ ,   prof. Paolo Faccio, del dipartimento di Architettura -Costruzione Conservazione presso Università IUAV di Venezia.  E’ in corso una tesi di laurea di Mariagrazia Angelo e Delphine Aboohi , relatore di tesi è il prof. del Politecnico di Milano e arch. Arnaldo Arnaldi , incentrata sul  recupero del Politeama di Como e la sua trasformazione d’uso in una scuola ad alta formazione di danza contemporanea e danza terapia, “Digressione Assonante _ danzando al Politeama di Como” , questo titolo deriva dall’ idea delle relatrici  progettuale di affiancare al teatro esistente un nuovo volume nello spazio ora adibito a parcheggio, pur rispettando i caratteri storici e architettonici dell’esistente.  E’ stato pubblicato anche un volume curato da studenti del Politecnico di Lecco,  Arianna  Di Paola, Simone Conti e Omar Ferloni. Come si è già sottolineato , il Politeama assolveva alle funzioni di teatro per la lirica e la prosa, ma anche di cinema (il debutto avvenne il 15 aprile 1911 con la proiezione di un nostrano colossal dedicato all‘ Inferno di Dante Alighieri) , di circo (numerosi furono gli spettacoli circensi con cadenza quasi annuale, dal 1914 al 1936; il primo spettacolo del genere pare essere stato il Circo Equestre  Anglo Italiano),  di  Café chantant, di caffè, di ristorante, di albergo (più propriamente di “foresteria” per le compagnie teatrali di passaggio). Negli anni Venti e Trenta, poi, il teatro venne spesso usato anche per comizi, assemblee e riunioni pubbliche varie, anzi, per un certo periodo, insieme all’ aula magna della vicina Pro Cultura Popolare, il ruolo di una sorte di sala civica. Per il Café chantants sul retro dell’ edificio, che già poteva sfruttare il palcoscenico apribile anche verso lo spazio del giardino, venne poi ipotizzato un ampliamento alla fine degli anni Trenta con un nuovo schermo per le proiezioni cinematografiche e una nuova platea, capace di circa 700 posti a sedere, ma il progetto non venne portato a compimento. Il Politeama, pur con alterne vicende e altalenanti successi, resse i cambiamenti del mondo dello spettacolo per tutto il Novecento; per molti decenni (dalla primavera del 1920) fu gestito dai fratelli Alfredo ed Ettore Marcenaro; pi dalla famiglia Gaffuri. Nel secondo dopoguerra conobbe momenti di grande favore popolare, soprattutto grazie all’ alternanza di vari generi: cinema, tetro di prosa, rivista, musica. Non poche furono le serate memorabili: le recite di Emma Gramatica; alcuni spettacoli futuristi (tra cui La simultanina nel 1919); l’ unico concerto comasco di Duke Ellington; le riviste con Macario. In tempi più recenti, alcuni grandi concerti e spettacoli teatrali per l’ Autunno Musicale ( tra cui Il consenziente e il dissenziente di Bertolt Brecht con la regia di Massimo Castri), l’ unico spettacolo di Franca Rame a Como. Negli ultimi decenni fu quasi unicamente sala cinematografica, ma anche qui non mancarono le “prime” cittadine di grande risonanza, come Ultimo Tango a Parigi o Cane di Paglia. camerini e le stanze (in tutto 11 camere e 3 appartamenti) che hanno ospitato tanti celebri protagonisti della musica, del teatro e dell’operetta (da Pirandello a Macario ai grandi della “rivista”, da Duke Ellingtonad ai grandi del jazz, da Ornella Vanoni, ad Adriano Celentano) hanno persiane ridotte a scheletri. Storica la serata del 1911 di Filippo Tommaso Marinetti poeta, scrittore e drammaturgo italiano, il fondatore del movimento futurista, la prima avanguardia storica italiana del Novecento.

All’ interno sono state girate alcune scene de “Il capitale umano” di Paolo Virzì che ha sbancato la serata dei David di Donatello. Ha vinto come miglior film, miglior protagonista (Valeria Bruni Tedeschi), migliori non protagonisti (Fabrizio Gifuni e Valeria Golino) e si è portato a casa statuette anche per la sceneggiatura, il montaggio, perfino per il suono in presa diretta. Proprio Paolo Virzì aveva sottolineato che Como è così “Simbolo di un inarrestabile degrado e sottomissione al denaro”. Il cineteatro Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi è il luogo simbolo del degrado che Virzì aveva scelto nel marzo del 2013 per uno dei set del film tratto dall’omonimo giallo di Stephen Amidon, “Spero che il Politeama possa presto tornare in scena. È uno scandalo che una città così ricca lasci andare un teatro tanto importante. È un vero gioiello, ed è un autentico peccato che venga trascurato così”. Così si era espresso l’anno scorso Virzì. Purtroppo oggi i muri e le facciate perdono calcinacci e sul tetto l’ impermeabilizzazione si è in buona parte staccata. Proprio il risanamento della copertura e delle facciate sono gli interventi di messa in sicurezza più urgenti. E’ in atto da anni una situazione particolare. Vari progetti si sono succeduti in questi anni. Quello del Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Como e del Politecnico di Milano che aveva avuto il parere favorevole del Miur (Ministero dell’Istruzione , dell’Università e della Ricerca). Non meno praticabile e affascinante la via proposta nel 2008 da un team composto da docenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dell’Accademia di Mendrisio e dal Politecnico,  per il recupero artistico, architettonico e culturale del Politeama. La città di Volta ha l’occasione di darsi una scossa. Di dimostrare che non è più la bella addormentata del Lario, di risvegliarsi una volta per tutte dal “Como profondo”, giusto per citare alcune delle metafore non proprio lusinghiere con cui è stato definito il nostro capoluogo negli ultimi anni.

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Se Como vuole “cambiare passo” questo è il momento giusto per dare l’esempio. L’occasione si chiama Politeama. L’ex cineteatro con più di 100 anni di storia. Anni di storia gloriosa alle spalle. Per raggiungere l’obiettivo occorrono due cose che sono troppo spesso mancate in riva al Lario, soprattutto quando si è trattato di investire nella cultura: la capacità di fare squadra e la volontà politica. Qualcuno obietterà che servono innanzi tutto i soldi, ma quelli si possono trovare solo se vi sono le due condizioni di cui sopra. Bisogna avere la capacità di fare rete tra associazioni culturali ed enti cittadini, quella che ha permesso di risorgere ad altre realtà italiane, che nei profondi cambiamenti di quegli anni si trovarono in analoghe condizioni: un esempio per tutti è quello del Politeama della Città di Prato, recuperato attraverso l’azionariato popolare, il sostegno delle amministrazioni e un progetto di gestione sostenibile. Oggi Como ha una nuova occasione.

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