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Una serata di risate a Zelbio con Gino & Michele

“Oggi ho smesso di fumare: vivrò una settimana di più, e pioverà tutti i giorni”. (W.Allen).

Molte delle risate che ci siamo fatti negli ultimi anni, ce le siamo fatte grazie a loro”, dice all’inizio della serata il giornalista e curatore della manifestazione letteraria Zelbio Cult Armando Besio presentandoli: loro sono Luigi (Gino) Vignali e Michele Mozzati, venuti a parlare del loro ultimo libro “Il Formichetti, dizionario delle Formiche 1990-2020”. Un libro che racchiude e racconta trent’anni di umorismo in 7820 battute, sia di comici conosciuti sia di battutisti del web, cominciato con quel primo libro: “Anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano”, da una frase di Marcello Marchesi, uno dei grandi umoristi del ‘900; un libro che divenne un caso editoriale e vendette ben 2 milioni di copie. Il Formichetti, dizionario delle formiche 1990-2020 è un dizionario della comicità il cui titolo è una citazione ironica dal Mereghetti, il dizionario di cinema più popolare d’Italia.

Quando ero piccolo mia nonna mi portò a mangiare in una trattoria all’aperto; cominciò a piovere, ci misi tre ore a finire il brodo”.

Milanesi, splendidi settantenni, come direbbe Nanni Moretti – continua Besio nella sua presentazione – scrittori, autori televisivi, autori teatrali, editori, scrittori di coppia e anche in proprio come vedremo, hanno prodotto risate di ogni tipo: umoristiche, comiche, satiriche, surreali, alte e basse, sempre consapevoli che è sottilissimo il confine che passa tra una bella battuta e una tremenda stronzata. Hanno lavorato insieme per Radio Popolare scrivendo, fra le altre cose, con Jannacci una delle sue più belle canzoni: Ci vuole orecchio, Drive In con Antonio Ricci, Emilio con Zuzzurro e Gaspare, Zelig con Giancarlo Gozzo. Hanno tenuto rubriche su Linus, Cuore e Tango, hanno collaborato a teatro con Gabriele Salvatores, Paolo Rossi, Aldo Giovanni e Giacomo e, al cinema, con Maurizio Nichetti e Aldo Giovanni e Giacomo. Hanno inventato, curato, pubblicato la più popolare agenda-diario italiana Smemoranda”.

Come scrittore “solista” Gino, in veste di giallista, sta pubblicando una tetralogia con l’editore Solferino dedicata a Rimini; il primo libro “La chiave di tutto”, il secondo “Ci vuole orecchio” e l’ultimo, “La notte rosa”. Michele ha scritto una seria di racconti dedicati all’artista americano Edward Hooper e l’ultimo, invece, è il romanzo storico “Quel blu di Genova” (La Nave di Teseo), ambientato all’epoca de risorgimento tra Milano e l’America.

La nostra grande fortuna, di gente che nella vita era destinata a fare tutt’altro, Michele l’intellettuale perché redattore di una casa editrice, io ragioniere perché avevo fatto la Bocconi – racconta Gino – è stata quella di essere nel fiore degli anni quando sono nati due fenomeni che hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione: la nascita delle radio private e quella delle televisioni commerciali, che hanno consentito a noi di trovare degli sbocchi che, se fossimo nati dieci anni prima, non ci sarebbero stati”.

Quando pensiamo oggi ai nostri figli e ai loro amici che fanno fatica a entrare nel mondo del lavoro – osserva Michele – e diciamo che ci dovrebbero mettere più energia a cercarlo, forse dimentichiamo che la nostra generazione ha avuto davvero una grande fortuna: quella che, pur lamentandoci molto e scendendo in piazza per una serie di valori e cose che non ci piacevano, abbiamo avuto la fortuna di poter quasi sempre scegliere il lavoro da fare”.

Nella serata Gino e Michele hanno raccontato la storia della loro carriera, insieme a quella della televisione e della radio italiana, dei comici che si sono alternati sui palchi dei maggiori programmi televisivi e teatrali, della satira e della comicità e del motivo per cui, quest’ultima, lungi dall’appartenere a una categoria della risata più bassa, è invece destinata a durare nel tempo. E, con la loro verve di sempre, non hanno lesinato battute e un’ironia, anche fra loro, intelligente, a testimonianza di un solido rapporto personale e professionale durato negli anni. Il pubblico li ha seguiti con attenzione e partecipazione, come si addice alle serate riuscite bene, e quelle di questo festival letterario lo sono davvero.

Sabrina Sigon

 La XIII edizione di Zelbio Cult – manifestazione letteraria curata dal giornalista Armando Besio con gli amici del Comitato Cultura di Zelbio con il sostegno della Pro Loco e della Biblioteca Comunale – proseguirà sabato 8 agosto con il professore di Genetica all’Università di Ferrara Guido Barbujani, sabato 15 agosto con la scrittrice Sara Loffredi e il suo libro “Fronte di scavo” (Einaudi), sabato 22 agosto con l’ex direttore de “Il Fatto quotidiano” Stefano Feltri e sabato 29 agosto, a chiusura della manifestazione, con una serata dedicata alla figura del grande Maestro Federico Fellini, a cura della scrittrice e giornalista Chiara Battocletti.

Informazioni generali:

– è obbligatoria PER OGNI SERATA la prenotazione dal sito www.zelbiocult.it: i posti sono contingentati nel rispetto della normativa regionale corrente e delle misure adottate con l’ultimo D.P.C.M.

– Presentarsi all’ingresso del teatro muniti di mascherina

– orario: inizio ore 21.00

– ingresso libero

– tutti gli incontri si svolgono al Teatro Comunale di Zelbio, Piazza della Rimembranza

 

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