Como

Divieto di biciclette sui treni regionali, un coro di proteste. E parte una petizione popolare

trenord biciclette

Con una circolare interna Trenord ha comunicato che dal 3 giugno – giornata mondiale della bicicletta ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite – sarà vietato il trasporto delle biciclette su tutti i treni del servizio regionale, con l’eccezione dei convogli che dispongono di spazi appositamente previsti. “Resta consentito il trasporto di biciclette pieghevoli, monopattini e mezzi simili non ingombranti – precisa l’azienda – con dimensioni non superiori a 80x120x45cm, e riposti in modo da consentire l’accesso, la movimentazione e la disposizione dei passeggeri in sicurezza a bordo treno”.

I motivi addotti sono le norme di sicurezza anti-Covid, ma la decisione ha suscitato parecchie perplessità e scatenato le proteste di molti pendolari.

È un vero e proprio controsenso – sottolinea il consigliere regionale del Pd, Angelo OrsenigoMentre molti si tanno muovendo per agevolare l’utilizzo delle biciclette sui mezzi pubblici e sulle strade, Trenord decide di andare nella direzione opposta, adducendo motivazioni che non sono affatto convincenti. Con un minor carico di passeggeri dovrebbe anzi essere facilitato il trasporto delle biciclette, ma se anche ciò non fosse possibile per la conformazione dei convogli, Trenord dovrebbe allora garantire carrozze ulteriori e dedicate. Non è pensabile che la soluzione sia quella di eliminare le biciclette che rappresentano anzi la giusta direzione da intraprendere”.

“L’azienda ha motivato la sua decisione con la necessità di distanziamento fisico, ma è difficile immaginare come togliere biciclette possa favorire il distanziamento, anziché impedirlo. Un provvedimento utile sarebbe stato piuttosto quello di incoraggiare ulteriormente il trasporto delle biciclette, magari togliendo ove possibile le sedute inutilizzate, per offrire una maggiore capienza – dice Orsenigo che conclude C’è il sospetto che un provvedimento del genere, mirato sulle biciclette di taglia normale, sia dettato da un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei tanti lavoratori della gig economy (fattorini delle app) che ogni giorno raggiungono Milano dall’hinterland, anziché dal necessario distanziamento fisico. Il provvedimento toglie inoltre efficacia agli effetti del Bonus Bici disposto dal governo, sprecando così ulteriori risorse”.

Anche Legambiente Lombardia chiede spiegazioni in merito al provvedimento di Trenord “L’azienda deve chiarire se è dalla parte dei suoi utenti o vuole invece accreditare un’immagine esclusiva, se non discriminatoria; sicuramente poco sostenibile,” ha detto Federico Del Prete, presidente di Legambici APS. “È un provvedimento che colpisce gruppi etnici e fasce sociali deboli, come i fattorini della gig economy e i pendolari che usano ogni giorno il treno per andare a lavorare. Proibire le biciclette sui treni è come guardare il mondo da un cannocchiale alla rovescia”.

Legambiente Lombardia chiede quindi a Trenord l’immediata revoca di un provvedimento gravemente discriminatorio, oltre che inspiegabilmente senza data di termine. La promozione della multimodalità e l’inclusività dei trasporti sono punti cruciali per non rischiare un blocco logistico in Lombardia, soprattutto nella delicata Fase3.

Vincenzo Giannico e Luca Perego, portavoce di +Europa Lombardia esprimono le proprie perplessità circa la misura adottata da Trenord, affermando: “Si sarebbero potute individuare soluzioni alternative che non penalizzassero così pesantemente il cicloturismo. Pensiamo a convogli esclusivamente dedicati al trasporto di bici e di altri mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, con partenza cadenzata e preordinata, che avrebbero potuto garantire da una parte il libero trasporto dei mezzi e dall’altra l’adozione di misure di prevenzione sanitaria ancora più stringenti sui convogli destinati al solo trasporto di persone. Trenord è riuscita a compiere un triplice danno: quello grave verso i riders, gran parte provenienti dalla provincia, quello verso i lavoratori in genere, molti dei quali viaggiano con bici da e verso Milano per evitare di prendere mezzi pubblici e i cicloturisti che vedono grandemente limitata la propria capacità di movimento. Ancora una volta, il cittadino è chiamato a scontare gli effetti di una poco previdente programmazione pubblica”

Più duri ancora quelli di Europa VerdeSolo un’azienda (Trenord) e una regione (la Lombardia) ambedue allo sbando potevano deliberare il divieto del trasporto biciclette sui treni regionali. La decisione si pone in contrasto con le politiche di integrazione ferro-bici e di sviluppo della mobilità sostenibile adottate dal Governo, e a parole sostenute pure da Trenord e dalla Regione. – scrivono dal progetto politico ecologista – Un’azienda che, pur essendo la più regionalizzata d’Italia, fa arrivare sempre più spesso i treni in ritardo, molte volte li sopprime all’ultimo minuto, offre il comfort peggiore d’Italia con i mezzi più vecchi, e che non ha mai puntato davvero sul trasporto delle biciclette ritenute un “ingombro”, ha usato il pretesto dell’emergenza coronavirus e del distanziamento sociale per cancellare questo servizio quasi definitivamente: le carrozze dotate di spazi appositi per le bici infatti sono pochissime.

L’altro pretesto utilizzato da Trenord è quello dei rider che negli ultimi giorni avrebbero riempito i treni. Peccato che il presunto “assalto” ai convogli è avvenuto in un giorno festivo, quando i pendolari non sono in treno, e l’episodio a cui l’azienda fa riferimento è avvenuto il 13 aprile scorso: cioè il giorno di pasquetta, quando a causa del lockdown molti hanno ordinato un pasto caldo a casa – trasportato dai raider. Quel giorno il numero dei treni era inferiore al 40% del totale di un giorno feriale.

Anziché gestire il problema, Trenord ha preferito cancellare in toto il trasporto delle bici, e per di più in tutta la regione: anche nelle zone turistiche delle valli e dei laghi che niente hanno a che fare con l’area metropolitana di Milano e dove, rispetto al periodo del lockdown, non si registrano più particolari inconvenienti e neppure la sicurezza di esercizio viene messa in discussione – come invece per giustificarsi lascia intendere Trenord.

Ritiro del provvedimento, abbonamenti agevolati per i rider e riorganizzazione del servizio biciclette a bordo: questa dovrebbe essere la risposta giusta di un’azienda attenta alle esigenze dei suoi utenti e alla sostenibilità ambientale”.

Tra le tanti voci che chiedono a Trenord di ripensarci c’è anche quella popolare. Una petizione lanciata sul portale di Change.org chiede infatti alla società che gestisce i treni lombardi di tornare suoi suoi passi.

“Riteniamo che la soluzione all’eccessivo numero di biciclette sul treno sia il potenziamento dei servizi dedicati, non la sospensione del servizio -si legge nella petizione-. Questo è un momento in cui la bici può offrire soluzioni valide per l’ambiente ed i rischi sanitari; anche le istituzioni ne promuovono l’utilizzo. Da anni le persone che adottano questo mezzo chiedono di attuare politiche per favorire l’acquisto o la predisposizione di treni adeguati, voci che molto spesso restano inascoltate. Non è lungimirante aspettare sempre che arrivi un’emergenza per rendersi conto che i servizi sono insufficienti. Servono soluzioni urgenti per garantire il trasporto delle persone e delle bici in sicurezza. No alla sospensione delle biciclette sui treni regionali Trenord, chiediamo il potenziamento del servizio sulla rete regionale e nazionale”.

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