Como

Ats Insubria, forse è davvero la volta di cambiare qualcosa: solo numeri, nessuna risposta

La richiesta del presidente del consiglio regionale Fermi trova consensi. La nota di oggi lascia un pò perplessi.

Il comunicato che riportiamo sotto (integrale) arriva dalla sede di Ats Insubria di Varese. Come noto, però, comprende anche tutto il territorio della provincia di Como. Ma in questa nota – che vi invitiamo a leggere – del nostro territorio non si fa alcun cenno. Dunque, ok i test sierologico che hanno superato quota 10.000, ma quanti sono nel comasco ad esempio ? E quanti gli operatori sanitari lariani coinvolti ? Nessun accenno. Per carità, lo riportiamo, ma ci chiediamo anche il significato di simili note. Sopratutto se arrivano da un ente pubblico incaricato di tutelare la salute pubblica di tutta la popolazione.

 

Le risposte non ci sono, solo indicazioni generiche. Dunque, la proposta arrivata in questi giorni dal presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi di tornare al passato forse è davvero qualcosa di utile e sensato. Da prendere in considerazione seriamente. Anche perchè la recente gestione dell’emergenza sanitaria non ha certo messo in luce situazioni positiva con l’attuale suddivisione. Sindaci arrabbiati per non avere alcun contatto, medici di base allo sbando e senza precise indicazioni se non un generico protocollo, pazienti colpiti dal Covid alle prese con un calvario infinito tra telefonate e richieste di tamponi. Beh, comunque, per farla breve ecco qui la nota di oggi da Ats Insubria. Leggi il dettaglio sotto

 

 

I test sierologici, effettuati dalle tre ASST del territorio di ATS Insubria, hanno superato quota 10.000, nonostante l’ultima settimana abbia visto diminuire l’attività di testing, a causa del progressivo esaurimento delle liste dei soggetti in fase conclusiva della quarantena domiciliare, a cui viene proposto il test ai sensi della Circolare Regionale del 22.04.2020. Continua, con una significativa adesione, lo screening sugli operatori sanitari: sono stati 1.252 questa settimana, portando il totale dall’inizio a quasi 9.000 individui testati.

Del totale degli esaminati dal 29 aprile al 2 giugno (10.086), sono stati processati e comunicati i risultati per 9.147 soggetti.

Sul totale degli esiti noti si riscontrano 1.010 positivi (11%), 7.928 esiti negativi (86,7%) e 209 esiti dubbi (2,3%).

Nell’ambito degli esiti noti, per il gruppo “inviti ATS” (1.046), i positivi sono 439, i negativi 555 e gli esiti dubbi 52, mentre nel gruppo “operatori sanitari”, i positivi risultano essere 571, i negativi 7.373 e gi esiti dubbi 157.

Tali esiti confermano la differenza tra il gruppo dei soggetti invitati da ATS e quello degli operatori sanitari già delineata nelle prime settimane, nonostante l’aumento della popolazione campionata. La percentuale di positivi infatti risulta, per tutto il periodo considerato, pari al 42%  nel gruppo “Inviti ATS”, mentre risulta pari al 7 % nel gruppo “operatori sanitari”.

 

Vale la pena precisare – per onestà verso i nostri lettori che ci hanno sollecitato ripetutamente a fare un confronto – che la nostra richiesta di avere una linea diretta ed un confronto con il direttore generale (Gutierrez) non ha avuto esito positivo. Alla precisa richiesta di una intervista – presentata con apposita mail come richiesto dalla direzione – il diniego è stato totale. E forse – aggiungiamo con il massimo rispetto delle istituzioni e dei ruoli – i nostri lettori ed i cittadini del comasco avrebbero comunque preferito sapere perchè a volte i tamponi non sono stati fatti e quali le criticità riscontrare nella fase acuta dell’emergenza tra Rsa e persone a casa piuttosto che numeri e dati come quelli sopra riportati. Ma stavolta anche noi dobbiamo alzare bandiera bianca…..

 

 

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