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Lunedì del Cinema: comico, delicato e politico “Il paradiso probabilmente” di Elia Suleiman

Lunedì del Cinema: comico, delicato e politico "Il paradiso probabilmente" di Elia Suleiman

Si può fare un film comico, ma delicato e sommesso nei toni, su questioni gravi come quella palestinese e sulla progressiva sottrazione dei diritti democratici in nome di una politica della sicurezza generatrice in verità di sempre maggiore insicurezza? Si può, e lo prova “Il paradiso probabilmente”  del palestinese Elia Suleiman che è in programma per iLunedì del Cinema allo Spazio Gloria il 17 febbraio.

Originale, fine, inventivo, come è noto a chi ne conosce la filmografia, Suleiman fa sua la lezione del cinema di Buster Keaton e soprattutto di Jacques Tati. Del resto E.S., il protagonista del film interpretato dallo stesso Elia Suleiman, a lungo esule dalla sua terra, è qui una sorta di monsieur Hulot – il personaggio creato e interpretato da Tati nei suoi film – che viaggia dalla Palestina a Parigi fino a New York, con un breve ma significativo epilogo in Palestina, cercando di costruire una coproduzione per il suo nuovo film. Come l’Hulot interpretato da Tati, è immerso tra i tanti suoni di una follia divenuta normalità. Non distilla una sola parola, mentre esprime sul volto – e qui l’uso del volto fa senz’altro pensare più a Keaton – un crescendo di spaesamento, stupore, noia e rassegnazione che in definitiva è purtroppo quello nostro di fronte alla crescente paranoia da stato d’assedio che sembra possedere le nostre democrazie.

Rappresentando il tutto come un teatrino, i tre luoghi equivalgono ben presto a un unico (non) luogo dove cresce l’ansia della sicurezza, non di rado a causa di sciocchezze, dove s’insegue o si controlla un nonnulla – come nella sequenza spassosa a Parigi in cui una pattuglia di polizia viene a controllare con aria grave il perimetro dei tavolini all’aperto di un bar – e dove carri armati giganteschi fanno capolino come degli ufo.

lunedi del cinema

Che cosa vuol dire essere palestinesi? O meglio: che cosa significa chiudere la molteplicità custodita dentro ognuno di noi, ovunque sia nato, entro i confini di una presunta identità? Ne “Il Paradiso Probabilmente”, il  film più divertente e più disperato di Elia Suleiman, l’attore-regista spinge la domanda fino alle estreme conseguenze andandosene in giro per il mondo. Nazareth, Parigi, New York. I paesaggi cambiano, i capelli iniziano a ingrigire, ma Suleiman resta quello di sempre: un testimone muto e attonito della follia del mondo. Una follia ora buffa ora inquietante, o le due cose insieme. Forse perché mentre la Palestina continua a non (poter) esistere, il mondo intero sembra contagiato dallo stesso male: militarizzazione, posti di blocco, sradicamento, derealizzazione. Anche se questo palestinese errante, che cita Benjamin e Primo Levi («Lo humour non è riservato agli ebrei, ma di fatto l’esperienza del nomadismo e dell’esilio, che racconto in prima persona, nel secolo scorso è stata soprattutto appannaggio degli ebrei»), non maneggia la denuncia ma un’ironia sempre più lieve e visivamente ammaliante.

 

Spazio Gloria via Varesina – Como

17  febbraio ore 21

IL PARADISO PROBABILMENTE

di Elia Suleiman

Interpreti:  Elia Suleiman, Gael García Bernal, Holden Wong, Robert Higden

FRANCIA  2019

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Ingressi: Intero € 7 – Ridotto € 5 (under 18 – over 65).
Le proiezioni sono riservate ai soci ARCI

Spazio Gloria via Varesina, 72

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