Canturino

Da Frankenstin a Scerbanenco e la Sicilia di Tindaro Granata: il teatro Off a Capiago Intimiano

E’ partita poco prima di Natale con “La Tregua” con Marco Continanza la rassegna di qualità Teatro Off all’auditorium San Giovanni Bosco di Capiago (piazza della chiesa), otto spettacoli che accompagneranno il pubblico fino a giugno ospitando giovani compagnie teatrali, progetti artistici e laboratori. Alcuni sono spettacoli collaudati come il prossimo “Mi chiamo Frankenstin” e “Antropolaroid” che dal 2011 continua a divertire e commuovere il pubblico, altri sono nuovi allestimenti, ma tutti hanno dalla loro la freschezza, il gusto per la sperimentazione,  la voglia di raccontare storie divertendosi e divertendo.

Proprio il divertimento è il pilastro su cui si fonda Piano B Teatro nato dall’esperienza di Manuela Clerici e Guido Santi che domenica 12 gennaio aprirà il sipario del nuovo anno con la divertente parodia di un film immortale. In “Mi chiamo Frankenstin” cinque attori porteranno in vita la Creatura ideata da Mary Shelley insieme a tutta l’ironica e particolare fauna umana della Transilvania. Tra scambi ritmati ed esilaranti, battute ormai divenute cult, parrucche, brevi sketch musicali e strani accenti transilvanici lo stimato dottore Frederick Frankenstein, nipote del noto barone Viktor von Frankenstein, viene convocato nel castello ereditato dal nonno. Qui verrà accolto da una serie di pittoreschi abitanti, in primis i suoi assistenti, il gobbo ed irriverente Igor, l’ingenua ma sensuale Inga, la misteriosa ed inquietante governante Frau Blücher e la quasi magica donna delle pulizie Irina. Farà visita al castello anche l’Ispettore Kemp per indagare sulle intenzioni del nuovo Frankesntein ed evitare che strani esperimenti seminino il panico in paese.

teatro off capiago

Nonostante Frederick non abbia nessuna intenzione di seguire le orme del nonno, troverà il libro segreto del barone e suo malgrado dovrà piegarsi a quello che il suo istinto di Frankenstein gli sussurra insistentemente. A completare il quadro ci pensano altri pittoreschi personaggi come l’eremita cieco Abelardo, il popolo di Transilvania, la perfetta e virtuosa fidanzata di Frederick e ovviamente lui, la Creatura. Tutto già “masticato”, ma colpi di scena e risate sono assicurate.

La regia è di Stefano Andreoli del Teatro Città Murata che è anche attore insieme a Manuela Clerici, Guido Santi, Velia Brambilla, Jacopo Buttiglieri.

Lo spettacolo inizierà, come tutti quelli della rassegna, alle 21, le porte dell’auditorium San Giovanni Bosco saranno aperte dalla 20.30, biglietto intero 11 euro, ridotto 7 euro 

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La rassegna prosegue l’8 febbraio con “Antropolaroid” di e con Tindaro Granata, uno spettacolo in cui ci si diverte anche, ma i cui messaggi sono molteplici. Definire “Antropolaroid” non è semplice: ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la musica, la memoria.

“Antropolaroid”, spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi. Straordinario Tindaro Granata da solo racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema … Perché dentro questo spettacolo ci sono , rielaborate con molta sensibilità, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria trattenuta nell’immagine, racconto tramandato, vissuto profondamente.

La storia parte con un fatto tragico, e non sarà l’unico, Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. La moglie , incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti. Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.

Per la sua originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, lo spettacolo ha vinto numerosi premi così come Tindaro per la sua interpretazione.

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La rassegna Off prosegue il 29 febbraio con “Due destini”, uno spettacolo tratto dall’omonimo libro di Renzo Di Renzo. Il protagonista Andrea Gosetti dice che lo spettacolo vuole essere un grazie alla vita, un viaggio che parte dal concepimento e come il cerchio della vita finisce con una nuova vita. La storia narra di due bambini concepiti uno in Europa e l’altro in Africa, che conducono gli spettatori in un viaggio attraverso i due mondi scoprendo cose che a volte si danno per scontate e facendo riaffiorare il verso senso ed il vero gusto della vita: la nascita, la scuola, la malattia, i sogni, i destini. Sono tanti gli spunti di riflessione in quest’opera quanto mai attuale nel portare alla luce il motivo per cui le persone possono decidere di lasciare il proprio paese. Lo fa attraverso il diritto alla vita, e alla fortuna o sfortuna di essere nati in questo o quel luogo.

“Due destini” è prodotto dalla compagnia IntrecciTeatrali con la regia è di Roberto Anglisani, uno dei migliori narratori del teatro per ragazzi, sul palco Andrea Gosetti voce narrante accompagnato dalla musica dal vivo di Massimo Testa.

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A primavera sarà il momento di tre produzioni di drammaturghi comaschi: 28 marzo “Magnifico” di Mumble Teatro con Davide Marranchelli, 19 aprile “I ragazzi del massacro” tratto da un romanzo di Scerbanenco e messo in scena da Linguaggi Creativi e il 16 maggio un pezzo ormai diventato un classico, “Terra matta 1918 – 1943”  di Stefano Panzeri. Chiude la rassegna il saggio dei corsi di teatro tenuti da Davide Marranchelli.

 

 

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