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Finto carabiniere e falso avvocato: i consigli dei carabinieri per fermare i truffatori

Il comando provinciale dell'Arma in prima fila in questo periodo estivo. Ecco le tipologie di come cercano di raggirare le persone in difficoltà

Con l’avvicinarsi della stagione estiva il fenomeno delle truffe, in particolare ai danni di anziani soli in abitazione e senza il conforto temporaneo di una “cornice” di solidarietà sociale, in relazione anche ai consuetudinari periodi di vacanze di parenti e vicini di casa, costituisce motivo di riflessione ed impegno operativo per il comando provinciale dei carabinieri di Como.

A tal proposito, per non abbassare la guardia e supportare la giusta sicurezza cd “partecipata” tra cittadino e Forze dell’ordine, il Comando Provinciale ed il comandante del reparto operativo Andrea Ilari, sulla scorta dell’analisi e dell’esperienza investigativa acquisita, hanno diffuso in queste ore un utile vademecum per tutti gli abitanti della Provincia, in particolare, la casistica e le contromisure connesse alla truffa del  “FINTO CARABINIERE”, che di solito viene commessa con le sottonotate modalità molto simili:

una coppia di truffatori riesce ad avere accesso all’abitazione dell’anziana vittima presentandosi uno, come dipendente comunale ed in quanto tale si fa accompagnare nell’appartamento con il pretesto di effettuare dei controlli sullo smaltimento dei rifiuti, mentre l’altro, che giunge poco dopo, come maresciallo dei carabinieri in abiti civili che necessita di effettuare un sopralluogo a seguito di furti avvenuti poco prima nella zona. L’anziano, solo in casa, con due estranei ed incalzato dal finto maresciallo che gli rivolge insistenti domande, si fa facilmente distrarre, consentendo così al finto dipendente comunale di impossessarsi del contante e dei gioielli per poi fuggire con il complice;

i malviventi si presentano come carabinieri (in abiti civili) e, dopo aver avuto accesso all’abitazione, fingono un precedente furto ai danni della stessa vittima riferendo di aver arrestato un gruppo di nomadi con refurtiva della quale devono accertare la provenienza. Con tale pretesto si fanno mostrare dall’ingenua vittima il denaro ed i preziosi tenuti in casa che vengono quindi facilmente asportati;

 

variante del “FALSO AVVOCATO”: i malfattori contattano telefonicamente le vittime chiedendo loro denaro, quale risarcimento per asseriti incidenti stradali o al fine di oblare eventuali contravvenzioni al C.d.S. o, ancora, per procedere al risarcimento in sede civile dei danni causati da un loro familiare, asseritamente in “stato di fermo” presso Reparti dell’Arma. I malviventi spiegano alla vittima che il familiare potrà essere posto in libertà solo in seguito al pagamento di una somma da consegnare nelle mani di un sedicente avvocato.

In queste occasioni il comportamento da tenere deve essere sempre improntato all’osservanza di quei consigli pratici che, nel corso degli ultimi anni, l’Arma dei Carabinieri sta diffondendo attraverso incontri pubblici, conferenze e pubblicazione di opuscoli sul tema, distribuiti dai quotidiani a carattere locale.

 

Tra tutti, quello di diffidare al presentarsi di operatori di Polizia in abiti civili, anche se mostrano il tesserino: in caso di dubbi sulla qualifica o sull’atteggiamento di persone che suonano al campanello o bussano alla porta in maniera pretestuosa, avvertire subito, sempre, il 112. Alla stessa stregua, la chiamata di sedicenti avvocati che chiedono denaro per un vostro parente in difficoltà, rappresentandovi, magari, l’invio di un “incaricato” disposto a prelevare soldi dal bancomat: non pagate nessuno ed in nessun caso, rivolgendovi, piuttosto, ad una persona di fiducia o chiamate il 112.

 

Infine bisogna ricordarsi che la presentazione di un “tesserino”, di qualsiasi tipo, non è sufficiente: fatevi dare più dettagli ed indicazioni e non esitate mai a chiamare il 112 o il numero telefonico diretto della Stazione Carabinieri competente per il vostro paese.
Una strategia che è risultata vincente più volte.

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