Canturino

“Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera” di Alice Conti a Cantù

Sabato 27 gennaio Giorno della Memoria. Li conosciamo come lager, ma il nome tedesco dei campi dove sono stati imprigionati tra i 15 e i 18 milioni di persone è konzentrationslager, abreviato KL.  Italia anni 2000, la sigla è CIE, Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri, mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18mesi. Il paragone è molto forte, non solo per le cifre e la mostruosa finalità dei lager, anche perchè a tutt’oggi, i soggetti rinchiusi nei CIE non sono considerati detenuti, e di norma, vengono definiti ospiti della struttura.

Proprio per questa anomalia i centri istituiti con la legge Turco-Napolitano hanno provocato aspre critiche da Amnesty International per violazione dei diritti umani. A tutt’oggi i CIE funzionanti sono 5, Roma, Caltanissetta, Bari, Trapani e Torino. Da interviste originali a lavoratori ed ex-reclusi di quest’ultimo centro nasce lo spettacolo CHI AMA BRUCIA scritto, diretto e interpretato da Alice Conti che sabato 27 gennaio è in programma al Teatro San Teodoro di Cantù.  

Teatro san teodoro chi ama brucia

“Nel 2012 ho condotto una ricerca antropologica sul Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri di Torino – C.I.E. – i cui risultati sono stati pubblicati nella mia tesi di laurea specialistica – dice Alice Conti – . Da tempo mi affascina l’idea che la ricerca scientifica debba trovare il modo di comunicare, di rivolgersi ad un vero pubblico. Inoltre penso che il teatro debba nutrirsi di ciò che realmente accade nel mondo, della contemporaneità, e abbia il dovere illuminarne gli angoli scuri. Allo stesso tempo mi sembra che il teatro (che intendo come ricerca sull’umanità), abbia bisogno e debba avvicinarsi il più possibile ad una scienza, al suo tentativo metodologico di onestà ed esattezza, o perlomeno debba tentare di dire delle cose “vere”.

Da questa consonanza e dalla necessità di dare corpo ad un materiale che Alice si è sentita in dovere di rendere pubblico. è nato “Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera”, un monologo-intervista a diversi personaggi tra cui la Crocerossina, la Garante e l’Ospite/ gli esuli,  tutti soggetti realmente incontrati e intervistati.

Lo spettacolo nel 2014 ha vinto il bando Anteprima, il Festival Direction Under30 e il Premio Giovani Realtà del Teatro e numerosi altri riconoscimenti. Nel 2015  ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International.

teatro san teodoro chi ama brucia

Sabato al termine dello spettacolo è previsto un momento conviviale con alcuni dei richiedenti asilo ospitati a Como – organizzato in collaborazione con l’Ass. COMO ACCOGLIE – che, per l’occasione, cucineranno un piatto tipico delle proprie terre, da gustare con il pubblico.

 

CHI AMA BRUCIA 

Ideazione e regia Alice CONTI

Testo Chiara ZINGARIELLO
Drammaturgia Alice

CONTI e Chiara ZINGARIELLO
Disegno luce, audio, scene e grafica Alice COLLA
Costumi Eleonora DUSE

Assistenza produzione Valeria ZECCHINATO

in scena Alice CONTI

uno spettacolo di ORTIKA – gruppo teatrale nomade
produzione ORIKA con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali con la complicità di Spazio Off Trento, LAB121 Milano, CAP10100 Torino, Cavallerizza Reale Liberata Torino, La Tana Torino, Lapsus Torino, Circolo Oltrepo’ Torino, Artea Rovereto

 

COSTO DEL BIGLIETTO

INTERO | 15 €

RIDOTTO | 13 €

RIDOTTO 50% (under 14, portatori di handicap)| 7,5 €

 

PRENOTAZIONI E ACQUISTO BIGLIETTI

Mail: biglietti@teatrosanteodoro.it

Biglietteria: lun/mar/giov dalle 17 alle 20; merc/ven dalle 10 alle 13

Sito: www.teatrosanteodoro.it

 

Teatro san teodoro chi ama brucia

Da qui. Da un paesaggio che ci battezza. Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal C.I.E. – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18 mesi. I clandestini , una categoria che questo luogo serve a creare e che non esiste se non in relazione a questo luogo. Il Campo crea e rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina; c’è un destino nell’assegnazione di uno spazio. La Crocerossina in uniforme d’accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, danza paternalista i turni, canta chiusa in ufficio, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull’altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un’eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono. Alice Conti

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