Cultura e spettacoli

Nel segno di Puccini Opera Education 2016. Dai bambini ai ragazzi l’opera non è mai stata così giovane

opera education generico

Raccontare e far vivere in prima persona l’opera lirica ai più piccoli, creare nuove energie grazie alla musica e rinnovare l’entusiasmo delle nuove generazioni  nei confronti di un genere musicale che, troppo spesso, è percepito come troppo difficile, ‘noioso’ o nel migliore dei casi, adatto ad una ristretta élite di appassionati. E invece l’opera non è mai stata così giovane, lo dimostra AsLiCo (Associazione Lirica e Concertistica Italiana), che festeggia il ventesimo anno in cui è artefice di OPERA EDUCATION. I numeri di questa opera propedeutica alla musica lirica sono eclatanti: 130.000 studenti, 20.000 spettatori del pubblico di famiglie, 4.500 insegnanti coinvolti nei 140 spettacoli in 26 città.

Questa mattina nel foyer del Teatro Sociale, capofila di questo strumento educativo che coinvolge scuole, istituzioni, associazioni e altri teatri in tutta Italia, Barbara Minghetti, presidente di AsLiCo, ha presentato due progetti ai quali è legata l’azione divulgativa di Opera Education: “La Boheme – Storia di una scelta” per Opera it VI edizione, debutto il 3 marzo, e “Nessun dorma – briciole di Turandot” per Opera Baby. Due spettacoli costruiti su opere di Giacomo Puccini che interesseranno, la prima, i ragazzi delle scuole secondarie, e la Turandot i piccolissimi da zero a 36 mesi. Opera Baby è l’ultimo nato tra i progetti di Opera Education, ma già nell’esordio dello scorso anno ha dimostrato che, grazie al coinvolgimento delle famiglie e degli educatori dei nidi d’infanzia, non è impossibile far apprezzare la musica lirica ai piccolissimi.

La piattaforma di Opera Education comprende anche Opera Kids per i bambini da 3 a 6 anni e Opera Domani dai 6 ai 15 anni. Nelle interviste Barbara Minghetti parla del valore di Opera Education e il regista Roberto Catalano spiega “La Boheme” che verrà proposta ai ragazzi delle scuole superiori.

Ascolta le interviste 

https://soundcloud.com/ciaocomo-1/opera-education

La Boheme

di Giacomo Puccini

regia Roberto Catalano

DEBUTTO 3 MARZO 2016 ORE 9.30 E 11.30 – TEATRO SOCIALE DI COMO
Opera it, il progetto dedicato alla fascia dei teenager, si muove all’interno di una logica ed un linguaggio che possano trovare maggiori collegamenti tra l’opera e la contemporaneità. Le soluzioni sceniche e gli approfondimenti sulle tematiche offerte dall’opera, utilizzano mezzi diversi per poter comunicare al meglio, coinvolgendo ed appassionando una delle fasce d’età sicuramente più restie all’incontro con l’opera lirica. Nelle scorse cinque edizioni il percorso si è raffinato ed ha sicuramente ampliato il pubblico che partecipa ai progetti di Opera it.

L’edizione 2016 si cimenta con la più romantica tra le opere di Puccini in un allestimento di 90 minuti con la regia di Roberto Catalano e la riduzione musicale di Federica Falasconi. La bohème debutta il 3 marzo con due repliche scolastiche alle ore 9.30 e 11.30 presso il Teatro Sociale di Como. Si tratta di un’opera ridotta nei tempi e nell’organico, con giovani cantanti professionisti, una mise en espace ed una regia dinamica che esaltano l’opera, le sue arie più poetiche, i passaggi salienti della trama e della musica, con brevi raccordi narrati per coinvolgere i ragazzi in uno spettacolo dal sapore antico, che dà voce ai giovani outsider di duecento anni fa come di ora. In scena 4 cantanti, 1 narratore, 1 pianoforte per permettere ai ragazzi di godere dell’emozione del canto lirico e delle vicende de La bohème
con un approccio tradizionale ma originale.
IL PROGETTO
Attorno alla messinscena dello spettacolo, sono previste diverse proposte didattiche per ragazzi e docenti, per creare un percorso di avvicinamento all’opera interattivo e stimolante, per mostrare la continuità tra teatro e letteratura, opera lirica e storia, musica e arti figurative. La partecipazione allo spettacolo prevede la realizzazione di un workshop con i ragazzi in ogni scuola. Ad integrare il lavoro in classe una guida all’ascolto scaricabile dal web (www.operait.org) e stimoli didattici e artistici per lasciarsi catturare e sedurre dalla musica e dal suo valore storico e attuale.
TOUR 2016
COMO, Teatro Sociale – 3 marzo 2016 ore 9,30 e 11.30
MILANO, Teatro Franco Parenti – 8 marzo 2016 ore 11.30
SONDRIO, Teatro Sociale – 10 marzo 2016 ore 20.30 (recita aperte al pubblico)
ROMA, Sala Casella – 19 aprile ore 11.30
BERGAMO, Teatro San Giorgio – 28 aprile ore 11.30

NOTE DI REGIA
La Bohème ha fatto un viaggio. Il suo cammino iniziato più di un secolo fa, l’ha portata di volta in volta a fermarsi per raccontarsi, incantare
e commuovere il pubblico di tutto il mondo. Questo viaggio, adesso, l’ha portata nello spazio scenico che raccontiamo. Chiusa in dei vecchi bauli, la nostra Bohème riposa.
A fare da guardiano a questo tesoro inestimabile, c’è un uomo.
È un Macchinista teatrale; Un tessitore di trame che consente alla storia di avere luogo. Tutto intorno, nella penombra, possiamo scorgere i quattro camerini dei quattro protagonisti.
Tutto è a vista. La macchina teatrale è interamente svelata.
Ogni camerino “porta addosso” i segni del personaggio che lo abita.
Quello di Rodolfo è pieno di libri e fogli di carta, quello di Mimì è ricoperto di fiori, su quello di Marcello sono poggiate alcune tele dipinte da lui stesso e infine sul camerino di Musetta, troviamo un piccolo
cadeau, forse il regalo di qualche ammiratore segreto.
La scena si presenta ai nostri occhi così; come un’opera d’arte addormentata in attesa di essere riportata in vita da quattro cantanti che come ogni volta da quando questo viaggio ha avuto inizio, dovranno incontrarsi, amarsi e poi perdersi.
I costumi, riposano esattamente come la scena. Se ne stanno lì, ricoperti da una coltre di polvere, pronti per essere indossati da chi li renderà vivi e capaci di raccontare il dramma a cui sono da sempre destinati.
I quattro cantanti si siedono davanti ai loro quattro specchi. Stanno per diventare ancora una volta i protagonisti di questa storia.
Il nostro Macchinista illumina la scena, apre il primo baule e da inizio così ad un’altra rappresentazione di Bohème , di questo suo viaggio infinito.
Dai vecchi bauli, la Bohème viene fuori e nasce, rivelando il destino di chi la vive e la interpreta. La musica, come un reticolato infinito, imprigiona i personaggi e li guida all’inevitabile fine. Nonostante l’abbiano vissuta infinite volte e tutte le volte con lo stesso dolore, Mimì e Rodolfo non hanno paura. Si innamorano e si vivono ogni volta come fosse la prima.
Tutti sanno come andrà a finire. Lo sanno anche loro. Ma questo amore vince sulla paura della fine. E così i due protagonisti si incontreranno al cospetto della luna, una pallida luce teatrale che si sforza di essere romantica, in quella soffitta dove fa freddo e dove il
Macchinista, farà in modo che le cose accadano.
Così Mimì perderà le chiavi di casa, Rodolfo sfiorerà la sua “gelida manina” e da quel momento le cose andranno come devono.
Si passerà alla seconda scena proprio come vuole la musica e il Macchinista ci porterà da Momus, dove Musetta lascerà il suo camerino per presentarsi al pubblico e raccontare il suo contrasto con Marcello.
Ogni nota, ogni frase estratta dal libretto, è stata suonata e cantata per tutte le volte in cui Bohème ha scelto di fermarsi.
Il Macchinista ha vissuto con questa storia per una vita intera. Ne conosce ogni respiro, ogni pausa, ogni movimento. Sa forse a quale prigionia ha costretto i quattro personaggi che da sempre lo seguono ed eseguono i ruoli a loro assegnati. E dunque li guarda con tenerezza e ogni volta che apre quei bauli si chiede dove si fermi la vita ed incominci il dramma.
Dietro Mimì e Rodolfo, ci sono un uomo e una donna, truccati e vestiti per interpretare al meglio i ruoli per cui è stata scritta questa storia.
Anche loro, come i personaggi che interpretano, si trovano a doversi innamorare e a doversi perdere tutte le volte. Forse dovrebbe liberarli. E se li liberasse libererebbe anche Rodolfo e Mimì dando loro la
possibilità di vivere una fine diversa?
Ma la musica ci porta dove deve ed è il momento di raccontare il terzo quadro. Servono dei fiori; perché a questo punto del dramma gli amanti promettono di lasciarsi in primavera. Solo he il Macchinista non riesce a trovarli. Sono indispensabili per raccontare questa scena, ma non c’è nulla da fare. Sembrano scomparsi.
Così, preso da una rabbia improvvisa, mentre Rodolfo e Mimì cantano la fine del loro amore, rovescerà il
contenuto dei bauli sollevando un’infinità di polvere che ricadrà sugli amanti come fosse neve. Alla fine i fiori si troveranno. E ricadranno sui protagonisti perché nel frattempo sarà già primavera.

Ora però Tutto è finito. Mimì e Rodolfo non stanno più insieme. Neanche Marcello e Musetta. La primavera viene spazzata via. Sotto quella coltre di fiori, c’è ancora la neve. 
Su quel tappeto bianco adesso c’è un letto. Come tutte le volte, i personaggi sanno che sta per arrivare la fine.
Il Macchinista punta le luci disegnando un cerchio in prossimità del letto. Il resto è al buio. Anche i camerini sembrano scomparsi.
Qui si celebra ogni volta la fine di un amore, il compimento di un destino, la consapevolezza che lo si sapeva e lo si saprà sempre.
Mimì muore, ma sceglie di farlo nella fredda soffitta dove tutto è iniziato.
Sceglie il freddo, ma sceglie le mani di Rodolfo. Questa scelta, cambia i destini di tutti. Anche Musetta si spoglia della sua civetteria e scopre in Marcello l’unico in grado di amarla davvero.
Ognuno toglie il suo “trucco” e svela se stesso per quello che è.
Ed è qui che il Macchinista, il tessitore di trame si commuove ogni volta.
Perché nonostante sia suo dovere “mettere in scena” per sempre lo stesso dramma, vorrebbe tanto che le cose andassero diversamente.
Ma questi personaggi sono stati scritti per innamorarsi, viversi e poi andarsene.
E non c’è niente che può cambiare il loro destino. Forse solo la scelta di Mimì, donna libera che sa di dover morire ma sceglie con chi, è l’unica cosa davvero concessa. I personaggi tornano ora ai camerini. Lentamente tolgono il trucco e il costume.
La scena viene conservata. Il capo‐macchinista richiude silenzioso i bauli per affrontare un nuovo viaggio.
Bohème si racconterà ancora e per sempre.
Strano, penserà quell’uomo che adesso è pronto per partire. Rodolfo e Mimì si ameranno per sempre pur sapendo che per sempre dovranno separarsi. Perché lo fanno? Non ha risposte. Il suo dovere è solo quello di raccontare una storia.
Eppure è certo, dopo aver vissuto con quest’opera per una vita intera, che l’amore… è l’unica cosa vera che abbiamo.
Roberto Catalano

opera education boheme

 

OPERA BABY: I primi passi dei neonati verso il mondo dell’opera.

NESSUN DORMA!
BRICIOLE DI TURANDOT

di Violaine Forunier
Ideazione musicale Federica Falasconi
DEBUTTO 13 MARZO 2016 ORE 16.00 e 17.30 – TEATRO SOCIALE DI COMO

L’esperienza della prima edizione di Opera Baby lo scorso anno ha rivelato grande attenzione e curiosità delle famiglie e degli asili verso il progetto,e grande interesse per la musica. Fatto tesoro del percorso fatto AsLiCo ha affidato a Violaine Fournier e Federica Falasconi il compito di progettare l’edizione di quest’anno.

Ecco la loro presentazione:

Perché proporre il grande repertorio ai bambini?
Trasmettere i grandi classici del repertorio operistico a bambini da 0 a 3 anni è possibile?
E’ una domanda che mi sono posta, ormai tanti anni fa, quando ho iniziato a realizzare spettacoli per bambini di quell’età. Per rispondere a questa domanda ho provato a ricordare come abbia fatto da bambina, senza esserne cosciente, a lasciar entrare nel mio universo le grandi opere che amo tanto.
Mi sono ricordata infatti di quando mia nonna cantava tutti i ruoli dell’opera davanti alla televisione. L’ho vista essere Traviata morente sul suo letto, Tosca che non viveva altro che per l’arte, Mario pronto a
essere fucilato, Mimì timorosa di disturbare…
Mia nonna non sapeva cantare, né conosceva la musica, ma era così felice quanto canticchiava il repertorio!
Sono convinta che siano stati gli spettacoli trasmessi in televisione e la gioia di mia nonna nel cantarli che mi abbiamo ispirato a fare questo lavoro.
Per me quindi trasmettere un’opera del repertorio significa prendere per mano i bambini ed entrare con loro in questo universo visivo e musicale per condividere insieme questo momento. Questo non è un corso didattico intellettuale per fornire nozioni sul repertorio operistico, è piuttosto un’esperienza sensoriale ed emozionale che imprimerà le prime tracce su questo sentiero.
Per i più piccoli la vita è in ogni istante una scoperta. I suoi occhi, le sue orecchie, il gusto, il tatto, l’olfatto sono interamente aperti alla scoperta dell’ambiente circostante. Sono particolarmente sensibili ad ogni
cosa che si muova, ai colori, ai rumori ma specialmente alle voci. Può darsi che sia proprio perché veicolano la gioia, la tristezza, la rabbia con le loro sfumature ed intensità.
E Turandot?
La storia sanguinosa di Turandot non può essere raccontata per intero ai bambini, è troppo astratta, complessa e realmente spaventosa.
D’altro canto la drammaturgia comprende dei temi che possono essere adattati a questa età. In particolare se ci immergiamo nelle ragioni che spiegano il comportamento sanguinolento della Principessa Turandot,
così come ci vengono proposti da Puccini e dal librettista.
Si tratta di una donna che ha paura e che soffre, porta i segni del trauma della nonna, violentata da un uomo. Come la strega in Kiriku, prende il potere sugli uomini per proteggersi.
L’idea che si diventa cattivi perché ci è stato fatto del male è assolutamente accessibile a tutti i bambini. Senza necessariamente prendere alla lettera la storia proposta da Puccini nell’opera si può però costruire a partire da quest’idea una drammaturgia fedele alle intenzioni del Maestro.
Una scenografia fedele all’universo di Puccini
Creare uno spettacolo per i bambini significa inventare un universo visivo che gli sia vicino. Come Puccini nella sua opera desidero creare un universo improntato sulla Cina, le sue sonorità fini, le sue lanterne e i suoi animali colorati del capodanno.
Il dragone, il cane, il gallo, il serpente, il topo il cavallo diventeranno importanti supporti per tessere una storia colorata e divertente. Diventeranno delle marionette, manipolate dagli interpreti.  Violaine Fournier

 

La partenza ha il sapore della sfida: Turandot per neonati.
Come portare un’opera dagli effetti coloristici violenti, caratterizzata da un gran numero di strumenti in buca e in scena, da un’imponente uso delle masse e dall’utilizzo massiccio di percussioni a bambini piccolissimi e, di certo, non massicci?
La risposta, anzi, le risposte arrivano concedendosi al capolavoro pucciniano con uno sguardo rinnovato dalla curiosità. Si parte così nel 1762 con le parole di Gozzi, autore di quella Turandot che ispirò
successivamente Puccini: ”Metterò in scena una favola, una di quelle storie che i nonni e le balie raccontano ai bambini nelle notti d’inverno accanto al fuoco”. Si scopre poi che l’opera viene attraversata
più volte da melodie cinesi provenienti da un carillon in possesso di un amico ‐ che il Maestro porterà poi con nuove sonorità orchestrali a imponenti cori – semplici, disarmanti, limpide. Tra queste la più
importante è un tema affidato al coro di voci bianche: una melodia intitolata originariamente Fiore di gelsomino e che ricorre più volte rappresentando la infantile e incontaminata bellezza di Turandot. E
ancora: nel tentativo di raccontare l’oriente, in Turandot abbondano esempi di scale pentatoniche, spesso alla base delle prime esperienze sonore del bambino, dalle ninne‐nanne alle filastrocche e sulla cui
universalità si sono espressi molti studiosi. Alle tre maschere Ping, Pong e Pang , i tre ministri del regno, i cambi di accento e i metri irregolari, la melodia dall’andamento meccanico, imprimono carattere
marionettistico.
Partendo proprio da quel Fiore di Gelsomino, melodia che attraversa anche il nostro progetto, il nostro viaggio ci ha portato a pensare che troppe fossero le idee per non costruirci attorno un momento di ascolto
e condivisione teatrale, un giardino in cui giocare insieme e liberamente con un’opera unica e straordinaria. Federica Falasconi – ideazione musicale

TOUR 2016
COMO, Teatro Sociale
13 marzo, ore 16.00* e 17.30*
14 marzo, ore 9.15, 10.15
OLGIATE MOLGORA, Centro per l’infanzia San Zeno
15 marzo, ore 9.15, 10.30
MILANO, Teatro Franco Parenti
8 aprile, ore 10.00
9 aprile, ore 16.00*
REGGIO EMILIA, Teatro Cavallerizza
12 aprile, ore 9.30 e 10.30
PARMA, Teatro Regio
16 aprile, ore 15.30 e 18.00*
TORINO, Teatro Regio Foyer del Toro
7 maggio, ore 16.00* e 17.30*
COMO, Museo del Cavallo giocattolo
in occasione degli European Opera Days
8 maggio, pomeriggio*
9 maggio, mattina
* le date contrassegnate dall’asterisco indicano le recite aperte al pubblico

opera education turandot

 

OPERA EDUCATION 2016
TURANDOT, LA BOHÈME
…e un compleanno speciale!

UN SOLO OBIETTIVO: APPASSIONARE BIMBI E RAGAZZI ALL’OPERA

La missione di AsLiCo, da esattamente 20 anni e su impulso di Barbara Minghetti, è quella di scardinare una visione troppo ‘impolverata’ della lirica progettando e realizzando spettacoli di opera per bambini,
collegati a percorsi didattici ad hoc, realizzati nelle scuole di tutta Italia. AsLiCo, già riconosciuto come soggetto per la formazione dal Ministero dell’Istruzione e sempre alla ricerca di canali didattici innovativi, attiverà da questa edizione il proprio spazio su ‘iTunes U’ la piattaforma di iTunes Store dove i migliori contenuti didattici possono essere condivisi in modo gratuito. Opera Education è un nuovo modo di pensare e
proporre l’educazione musicale che negli anni è diventato un vero e proprio format, esportato ora anche in alcuni paesi d’Europa come Francia, Spagna, Belgio e Germania, e dallo scorso anno, anche in Oman grazie a coproduzioni internazionali.

OPERA EDUCATION 2016: TUTTI I PROGETTI E QUALCHE NUMERO
Così Opera Education continua il suo entusiastico viaggio attraverso le grandi opere liriche di tutti i tempi facendo tappa per la stagione 2016 su due capolavori di Giacomo Puccini: Turandot e La bohème. La piattaforma di educazione musicale lavora con bambini e ragazzi dagli 0 ai 18 anni, grazie a quattro diversi spettacoli collegati a progetti
didattici specifici per ogni fascia di età. I quattro percorsi, OPERA BABY (0‐3 anni), OPERA KIDS (3‐6 anni), OPERA DOMANI (6‐15 anni), OPERA IT (15‐18 anni) si indirizzano ciascuno verso la propria fascia
d’età, elaborando strategie didattiche e teatrali coinvolgenti, divertenti, ma soprattutto adatte ognuna al proprio pubblico di riferimento. Un
approccio pratico all’opera che diventa uno spettacolo musicale a cui il pubblico è chiamato a partecipare dalla platea, cantando alcune brevi arie ed interagendo con semplici oggetti costruiti a scuola. Nei 20 anni di attività e con l’introduzione di modalità e di progetti innovativi e con più ampia capacità di raggiungere ogni tipologia di partecipanti, questo tipo di lavoro di educazione musicale ha fatto crescere un pubblico entusiasta che diventa ogni anno sempre più numeroso.
Ecco qualche indicazione solo per il progetto Opera domani, che quest’anno compie appunto il suo 20esimo compleanno e che nel 2015 ha contato sulla partecipazione di 130.000 studenti, 20.000 spettatori del pubblico di famiglie, 4.500 insegnanti con 140 spettacoli, in 26 città italiane e 10 repliche OPERA FAMILY.

Più informazioni
commenta