Cronaca

AUTISMO – Pubblicati su Pediatric Research i risultati di uno studio comasco

autismo villa santa maria
Attraverso l’utilizzo di reti neurali, un sistema informatico di elaborazione che consente di gestire una mole di dati e informazioni molto più ampia rispetto ai tradizionali metodi statistici, è possibile costruire un modello predittivo sui rischi di insorgenza dell’autismo. Questo, a sua volta, può diventare la base per un nuovo strumento di screening che consenta di riconoscere il più precocemente possibile l’eventuale insorgenza di Disturbi dello spettro autistico.
Sono queste le conclusioni dello studio pilota condotto dall’équipe di Villa Santa Maria, centro di Tavernerio specializzato nella cura e riabilitazione di bambini e ragazzi affetti da autismo e patologie neuropsichiatriche, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Pediatric Research. La pubblicazione rappresenta l’atto conclusivo del percorso sviluppato nell’arco dell’ultimo anno e mezzo, nel corso del quale differenti letture dei dati sono state accettate come contributi nei più importanti congressi internazionali sull’autismo, tra cui quello della società americana IMFAR che rappresenta il principale evento annuale a livello mondiale.
L’indagine, che si è svolta attraverso la raccolta di informazioni dalle madri di 45 bambini affetti da autismo e dal confronto dei dati con quelli rilevati dalle mamme di 68 bambini sani residenti nel medesimo territorio, aveva consentito di individuare una serie di fattori collegati alla gravidanza e immediato periodo post natale che aumentano il rischio di insorgenza di disturbi dello spettro autistico.
Nel gruppo di bambini affetti da questa patologia complessa si registravano più frequentemente esposizioni occupazionali delle madri a vernici e solventi (25% di madri esposte contro il 3,2% nel caso di bambini sani), eventi stressanti di varia natura quali lutti, conflitti coniugali, abusi, violenze e difficoltà economiche (31,1% contro 14%), gestosi e diabete gravidico (50% contro 21%), fattori negativi peri e post natali quali parto cesareo (31,8% contro 13%), mancato allattamento al seno (34,1% contro 16%) e utilizzo precoce di antibiotici (25% contro 11%).
“Nonostante molti studi avessero investigato le possibili correlazioni tra le condizioni di salute della madre durante e dopo la gestazione e la patogenesi della patologia autistica, finora le conclusioni erano spesso state eterogenee, anche a causa delle diverse metodologie e pratiche diagnostiche adottate – spiega il professor Enzo Grossi, direttore scientifico di Villa Santa Maria -. L’impiego di reti neurali, sempre più indispensabili per decifrare patologie complesse, ha invece consentito di costruire accurati modelli predittivi del rischio di autismo, evidenziando che le gravidanze relative a bambini autistici hanno una concentrazione di fattori di rischio demografici, clinici e ambientali di gran lunga superiori a gravidanze normali”.
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