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Una giornata in trincea al Parco Spina Verde

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A cento anni dalla Grande Guerra il Parco Spina Verde organizza per domenica 13 settembre una visita sulle tracce della Linea Cadorna riportate alla luce, negli scorsi anni, dall’Ente Parco. Si potranno scoprire i tipi di fortificazioni campali del complesso come erano stati costruite e il loro significato bellico/strategico.
Postazioni coperte e gallerie in mezzo al bosco e  i suggestivi bunker in parete verticale di Porta Sasso; giunti all’Osservatorio del Pin Umbrela, prima di godere del panorama sul lago, si potranno visitare le particolari
strutture a pozzo. Infine, dopo aver percorso le trincee in località Majocca e quelle delle Sorgenti del Seveso tra passaggi coperti e postazioni di mitragliatrice, la visita si chiuderà con l’imponente complesso del Fortino del Monte Sasso.

Nella foto gallery alcune fortificazioni visibili nel Parco Spina Verde

 

Programma:

ore 9 ritrovo nel piazzale della chiesa di Monte Olimpino (via Amoretti)

ore 12:30 pranzo al sacco (autogestito, da portare) al Pin Umbrela e rientro a Monte Olimpino per chi intende effettuare solo la prima parte della visita

ore 13.30 seconda parte della visita

ore 17.30 ritorno a Monte Olimpino

Partecipazione gratuita

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Parcheggi:
> parcheggio del Cimitero di Monte Olimpino
(Como – via Maderno);
> parcheggio lungo via Carlo Amoretti
> parcheggio ad angolo tra via Carlo Amoretti e via Orelli
> parcheggio davanti a ufficio postale Via Bellinzona
Suggerito abbigliamento adeguato (scarponcini/trekking)
e buona condizione fisica per camminare in salita.

 

La linea di difesa alla frontiera nord O.A.F.N (Organizzazione Avanzata Frontiera Nord), costruita nel corso della Prima guerra mondiale, si estende, nel suo lungo percorso, dalle valli Ossolane ai passi Orobici, attraversando anche il territorio montuoso posto a nord-ovest di Como, territorio oggi compreso nell’area denominata Parco Spina Verde.

La tradizione popolare, nel tempo, ha associato le costruzioni militari realizzate dal 1915 al 1918, al nome del generale che ha sostenuto l’importanza di tali opere e ne ha seguito la realizzazione: Luigi Cadorna. Si è così iniziato a parlare di fortificazioni del Cadorna e, poi, di “Linea Cadorna”.

L’altura di Sasso Cavallasca nel Parco Spina Verde è stata fortificata perché domina, sul versante nord-ovest, quello che avrebbe dovuto essere il “campo di battaglia”, il luogo di provenienza delle truppe nemiche, ossia il territorio svizzero a sud di Lugano.

Le fortificazioni di Sasso Cavallasca si raccordano, a sinistra, con i trinceramenti del versante nord-est dell’altura denominata La Colma a San Fermo della Battaglia e, a destra con il sistema fortificatorio di Monte Olimpino, e sono orientate verso il confine svizzero.

Queste opere difensive furono costruite secondo le innovate tecniche di fortificazione rese necessarie dall’evoluzione dell’artiglieria in materia di bocche da fuoco, calibri, capacità di tiro, manovrabilità, dirompenza degli esplosivi.

Dalla sua istituzione il Parco ha avuto tra i suoi obiettivi quello di restituire alla popolazione la memoria di queste opere realizzate per la difesa del confine, procedendo per lotti funzionali ogni volta che si è presentata l’opportunità di ottenere un finanziamento.

 

 

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