Cultura e spettacoli

Emma Dante traccia la realtà in “Operetta Burlesca” al Sociale

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Un tema scottante e di forte attualità che da sempre incontra difficoltà nel dirimersi dalle controversie che pone in dibattito. Sono queste le tematiche poste sotto la lente di ingrandimento dalla regista Emma Dante che venerdì sera 27 marzo porterà in scena presso il Teatro Sociale di Como alle ore 20.30 lo spettacolo “Operetta Burlesca” di cui firma oltre alla regia le scene ed i costumi per una produzione Sud Costa Occidentale, Palermo. La libertà stessa dell’essere se stessi talvolta sfugge ai meccanismi di una vita che ci “imbriglia” in dettami e tracciati che nulla corrispondono all’espressione di un sentire.

In una sua stessa definizione “spogliarello dell’anima” la regista siciliana traccia una riflessione sull’opera che narra le vicende di ‘Pietro, un ragazzo della provincia meridionale, nato femmina ai piedi del Vesuvio, parla in falsetto, ha un corpo sbagliato e un animo passionale, influenzato dal vulcano. Il Sud, la provincia, l’emarginazione che nasce da una non accettazione di una diversità fisica, con un’attenzione ai corpi alla fisicità. Tutto questo ruota attorno alla storia che parla di chi nasce sotto un vulcano è dedito allʼamore, sa offrirsi, come se la natura esplodesse di vita.

Pietro vive coi genitori, è figlio unico, il padre lʼha messo a lavorare in una pompa di benzina, sʼinnamora infelicemente un sacco di volte. Lʼunica sua libertà è scappare a Napoli: ci va a far shopping ma soprattutto a camminare, che bello camminare quando tutti sono troppo indaffarati per guardarti. Al suo rientro, Pietro si chiude nella sua stanza, la stessa di quandʼera bambino coi poster attaccati con lo scotch, e si traveste, si mette gli abiti che si è comprato in via Duomo, calza le décolletés tacco 12, sposta i mobili, allarga lo spazio, impila il comodino sul letto, spinge nellʼangolo lʼarmadio… E poi balla. Cresce ballando da solo. A 40 anni incontra il grande amore. Corrisposto. Ma resta lì paziente al paese, a casa dei genitori, e il sabato va a ballare a Napoli. Per due anni dura la storia, finché una sera Pietro conosce la verità e per salvare il suo amore prende una decisione difficile, in nome dellʼamore si esalta, intravede un futuro, fa la valigia, maltratta la madre che non lʼha mai capito. Ma non ha un bellʼepilogo la sua storia. Finisce male. Pietro invecchia al paese, continua a lavorare alla pompa di benzina, la madre gli ha detto che gli amori vanno e vengono.

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Ho scritto questa storia perché spero che sulle unioni omosessuali lʼItalia colmi il ritardo con lʼEuropa. Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. E non ammetto tutto questo disincanto, Pietro non ci prova neanche a scappare, del resto a 40 anni è difficile, il suo passato sfuoca, il suo futuro si accorcia. La sua delusione pian piano si trasforma in indifferenza. Ho conosciuto tanti Pietro. Non li ho mai visti ballare. Li ho sentiti monchi, stretti dalla morsa delle loro camerette condominiali. Vorrei vederli ballare, vorrei più spazio per loro. Operetta burlesca è uno spogliarello dellʼanima”Emma Dante

 

Dalla rappresentazione nasce la riflessione che si universalizza sul tema dell’omosessualità, a fare da sfondo un vulcano che sovrasta ed assiste allo snodarsi di vicende che nell’alternarsi della vita registra lo scorrere degli eventi, inesorabili e talvolta “crudeli”.

 

Con Viola Carinci, Roberto Galbo, Francesco Guida, Carmine Maringola

Testo e regia Emma Dante

Coreografie Davide Celona

Luci Cristian Zucaro

Produzione Sud Costa Occidentale

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