“Colpiti al cuore: come si scrive un giallo”

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altCorso di scrittura creativa organizzato da Parolario in attesa della 13^ edizione. Un’occasione per avvicinarsi alla scrittura e in particolar modo al mondo del romanzo poliziesco. Tutto il dettaglio: incontri il sabato.

 

 

 

Un laboratorio di scrittura creativa dedicato al romanzo giallo. Docente sarà Andrea Di Gregorio, insegnante di scrittura creativa. Si tratta di un ciclo di nove incontri, di due ore ciascuno che si terranno a Como il sabato mattina in via Rovelli, 8, presso la sede di Comocuore. Parolario offre al suo pubblico la possibilità di entare in contatto con il mondo del racconto e in particolar modo quello del racconto giallo.La prima lezione è fissata per il 9 febbraio, il corso invece si concluderà il 13 aprile. Alla fine del corso, i migliori racconti verranno pubblicati dal quotidiano “La Provincia” (cartaceo e web) e sui siti di Parolario e Comocuore. Il corso è a numero chiuso, con quota di partecipazione di 180 euro a persona. Le iscrizioni vanno presentate entro il 25 gennaio 2013. Per informazioni: tel. 031.301037, info@parolario.it.

 

Chiediamo ad Andrea Di Gregorio qualche informazione in generale.

 

Ma i corsi di scrittura creativa servono davvero?

Se un corso di scrittura creativa serve o no si può chiedere agli scrittori di successo che ne hanno seguito qualcuno. Tra gli americani che si sono formati nei corsi di scrittura creativa: Norman Mailer, J. D. Salinger, Raymond Carver, Flannery O’Connor, Jay McInerney.

Tra gli italiani, tanto per fare qualche nome, Paolo Giordano, Cristiano Cavina (autori entrambi da più di 100.000 copie) e, per parlare di giallisti, Rosa Teruzzi (di cui

la Provincia

ha pubblicato un’intervista il 3 gennaio) e Gianrico Carofiglio.

Tra gli scrittori che hanno seguito dei miei corsi e che hanno pubblicato posso citare (in rigoroso ordine alfabetico): Alessandro Canale, Porcodighel, Garzanti e Razza canara, Fernandel; Pepa Cerutti, Voice center, Cairo editore; Nicola Scambia, Jackfly. La vendetta, Foschi Editore; Donata Vittani, Allegra, Ibis Editore.

Tra tutte le testimonianze di questi scrittori, sceglierò quella di Alessandro Canale, un mio “allievo”, che ha scritto: “Al mio libro Razza canara Andrea Di Gregorio ha fatto proprio bene: senza di lui, sarebbe ancora in un cassetto”.

 

Vuoi forse insinuare che chi segue i tuoi corsi poi è sicuro di pubblicare un libro?

Dio me ne guardi! Anzi, ti dirò che un buon risultato per un insegnante di scrittura creativa è riuscire a dissuadere qualcuno a continuare con la scrittura e a dedicarsi a qualche hobby con cui si trovi in maggiore consonanza.

Però posso dire, senza tema di smentita, che gli scrittori che hanno seguito un corso di scrittura creativa ne hanno tratto tecniche, strutture, motivazioni e orientamenti che, altrimenti, non avrebbero conosciuto o che avrebbero faticato moltissimo, anche in termini di tempo, a ottenere.

In più, questo corso offre a chi si impegnerà a fondo l’opportunità di un’immediata pubblicazione sulle pagine della Provincia: avere una vetrina così ampia al primo tentativo è certo un’occasione da non sottovalutare!

 

Ma, in fin dei conti, l’arte si può insegnare?

Se si ha intenzione di fare lo scrittore, seguire un corso è importante, ma questo vale per tutte le arti. Anche Michelangelo Buonarroti seguì a suo tempo un corso di scultura e pittura creativa presso Domenico Ghirlandaio. Altrimenti dove avrebbe potuto apprendere tutte le regole dell’arte classica che poi utilizzò (e infranse) nella sua opera?

Ludwig van Beethoven, poi, seguì più di un corso di composizione creativa presso due ottimi musicisti di cui oggi ci ricordiamo a malapena: Andrea Luchesi e Christian Gottlob Neefe. Sono stati loro a insegnargli le regole del contrappunto, la forma sonata, e com’è fatto un minuetto o un rondò. Oggi non ci ricordiamo dei nomi di questi maestri, ma credo che ad Andrea e a Christian Gottlob non importi: un buon maestro si compiace e si accontenta del successo dei suoi allievi, e spera che il suo nome rimanga nel loro cuore.

 

Però nove sabati non sono pochi!

Non posso darti torto, ma le cose da imparare sono tante. E poi, si può considerare questo corso come una specie di cartina di tornasole per valutare la propria vocazione per la scrittura: scrivere un romanzo o un racconto richiede molto tempo, molta costanza, specialmente se si è agli inizi. Un corso su nove sabati serve anche per mettere alla prova questa determinazione.

In ogni caso, la buona notizia è che, sapendo che la maggior parte degli scrittori esordienti può dedicarsi alla scrittura solo nei ritagli di tempo libero, abbiamo scelto proprio il sabato mattina per riuscire a soddisfare la maggior parte delle persone che, in altri giorni e in altri orari, avrebbero avuto difficoltà a venire.

Si tratta solo di organizzarsi. Raymond Carver, il padre del minimalismo, come racconta in un libro che citeremo al corso, riuscì a organizzarsi per frequentare i corsi di Gordon Lish il sabato mattina e non se ne pentì affatto.

 

E quanto ai 180 euro che cosa mi dici?

Che la scrittura è una dea che offre ai suoi fedeli già un cospicuo risparmio: non ci sono né tele né tavolozze, niente costosi pastelli né altoforni per la fusione del bronzo o impegnativi strumenti musicali da comprare. Basta un foglio, una penna (magari un computer se ne abbiamo già uno disponibile per altre ragioni), l’accesso alla biblioteca e la voglia di mettersi in gioco.

180 euro, a questo punto, mi sembrano un tributo molto, molto ragionevole.

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