Le api dell'invisibile

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Di settembre l’alluvione…ce la faremo

Un giorno di ordinaria cosmologia

api dell'invisibile

Non mi piace etichettare le persone e la persona che ho intervistato per questa quinta puntata de Le api dell’invisibile odia essere etichettata. Quindi lasciamo perdere le etichette e diciamo che Martina Picca ha 23 anni, ha scritto un libro uscito il 1 gennaio 2020, e giunto alla quarta ristampa, e ha una storia importante da raccontare.

Il libro si intitola “Se una notte di settembre l’alluvione” e parla dell’esperienza che Martina ha vissuto in prima persona, quella lontana notte del 14 settembre 2015 quando il fiume Nure è esondato e le è entrato in casa. Questo libro va letto perché racconta qualcosa che in troppo pochi hanno raccontato: racconta quanto sia difficile rialzarsi dopo che la tua vita, come l’hai sempre sconosciuta, ti si sgretola tra le mani, ma racconta anche che è possibile farlo. Anzi, è necessario.

Altro motivo per cui questo libro va letto: ha il coraggio dell’onestà. L’onestà, quando si scrive, è un valore tanto indispensabile quanto difficile da difendere. Martina denuncia senza scrupoli il male che in questi cinque anni ha continuato a bagnarle le scarpe, anche dopo che l’acqua del fiume si era ritirata.

Questo libro va letto per ricordarci che #celafaremo vale da sempre e varrà sempre se ce lo ricorderemo anche quando tutto questo sarà finito e avremo sconfitto il Covid-19. Martina, io credo, insegna che gli eroi possiamo essere noi, se non distogliamo lo sguardo, se impariamo da questo male a tendere la mano più spesso, se ci ricordiamo l’arte di ascoltare l’altro. Martina, proprio come le api dell’invisibile che tanto decantiamo qui, ha saputo trarre dal male il nettare invisibile del coraggio e della denuncia. Il suo libro ha trasformato una tragedia personale in una storia universale, che tutti noi ora possiamo e dobbiamo conoscere.

“Sentire se va via il dolore quando in mezzo alle ossa ci s’infila il sole. Scrive così Andrea Bajani. Proviamoci, allora. Sentiamo il sole nelle fessure lacerate del nostro dolore. Urliamogli in faccia. Ce la faremo. Non importa se la mia e la tua sofferenza sono diverse. Non importa se le nostre cicatrici testimoniano battaglie su altri fronti. Ce la faremo. Ce la farai. Siamo qui per questo. Per vivere a polmoni pieni. Per sorridere fino a farci seccare le labbra. Siamo qui per vivere fino all’ultima corsa. È tutto troppo breve. È tutto troppo imprevedibile. Non arrenderti. Tu non sei quello che ti è capitato. Le cicatrici sono lì per ricordarti che ti sei fatto male ma che alla fine hai vinto. Tu sei più forte. Alzati in piedi e combatti. Smontati. Ricostruisciti. Butta le fondamenta della tua casa. Meriti di tagliare il traguardo. Dei dieci comandamenti del tuo buio tu sii l’undicesimo.

Tu sii la luce. Ricordalo. Ricordamelo.” Martina Picca [Se una notte di settembre l’alluvione, Officine Gutenberg, gennaio 2020]

 

Questa è una rubrica dedicata a tutti coloro che scrivono, in particolare poesie. Se  volete venire a raccontarmi il vostro progetto, la vostra scrittura e le vostre parole, scrivete a martinatoppi43@gmail.com: “Le api dell’invisibile” vi aspettano!

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«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.»  R. M. Rilke

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A cura di Martina Toppi
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