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Lunedì del Cinema: Uruguay 1973, da una storia vera “Una notte di 12 anni”

Il film di Álvaro Brechner per i Lunedì del Cinema, in programma il 18 novembre, ritorna alla notte in cui alcuni tupamaros, i combattenti per la liberazione del Paese di ispirazione marxista-leninista, furono catturati e imprigionati dalle milizie uruguaiane in un colpo di stato sui generis attuato senza ricorrere alla repressione violenta, che portò il presidente in carica Juan María Bordaberry, ad assumere poteri dittatoriali con l’appoggio delle forze armate,

Uno dei protagonisti della storia vera raccontata in “Una Notte di 12 Anni” è quel José Mujica, detto El Pepe, ex Presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, che ha affascinato Emir Kusturica tanto da volerlo al Festival del Cinema di Venezia per la presentazione del suo film. Così, in laguna quest’anno, c’erano ben due titoli in cui tornava alla ribalta la pagina più buia della storia recente del Paese sud americano. Kusturica si è dedicato alla vita di El Pepe raccontandone la carriera politica, Álvaro Brechner, si concentra, invece, sul periodo storico in cui Mujica, insieme ad alcuni compagni Tupamaros, fu imprigionato e torturato per dodici anni mentre l’Uruguay era sottomesso da una dittatura militare.

1973 una notte di autunno, tre prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell’ambito di un’operazione militare segreta. L’ordine è chiaro: “Visto che non possiamo ammazzarli, li condurremo alla pazzia.” I tre uomini resteranno in isolamento per 12 anni. Come nella citazione a inizio film  tratta da Nella colonia penale di Franz Kafka, anche Pepe, Ñato e Russo non conoscono la sentenza, non sanno per cosa sono stati condannati, ma lo sentiranno sulla loro pelle.

Mentre gli attori protagonisti si immergono in un’interpretazione viscerale, fisica, Álvaro Brechner li segue da vicino con una regia che si acquatta per terra di fianco a loro, che entra negli animi dei detenuti rendendone visibile lo stato mentale alterato. La lotta interiore contro questo annientamento è al centro del terzo lungometraggio di Brechner, che si inserisce nella riflessione che il cinema latinoamericano, passato e recente, continua a compiere attorno alle bestiali dittature che hanno flagellato molti Paesi.

lunedì del cinema una notte di 12 anni

“Una notte di 12 anni” non vuole raccontare la dittatura né l’opposizione armata dei Tupamaros, ma si concentra su come sia possibile sopravvivere nelle condizioni in cui sono stati gettati, come detriti in attesa di putrefazione, i tre protagonisti. Per farlo il regista riesce, a tratti mirabilmente, a realizzare un’immersione sensoriale, psichica e fisica, che costringe lo spettatore a un avvicinamento totale con i tre, il cui punto di vista è l’unico presente nel film. Tanto che non sappiamo nulla di quel che accade per 12 anni nel mondo esterno: il film non ci informa sui cambiamenti in atto, sul significato del referendum del 1980 o sulle dinamiche che motivano la liberazione dei prigionieri politici. Nulla.

Dall’iniziale panoramica a 360°, nella scena in cui i tre vengono prelevati dalla prigione “regolare” per essere deportati in vari gironi infernali di detenzione, tutto quel che conosciamo è la percezione dei prigionieri. All’interno di questo recinto, si può cogliere l’intelligenza di Brechner che, per scandire il tempo e raccontarci qualcosa di personale di ognuno di loro, affida ai protagonisti alcune peculiarità e alcune “scene madri”: Huidobro, per esempio, è al centro di una scena incentrata sull’impossibilità di defecare in piedi e ammanettato che darà vita una gag comica nella quale, dal più basso grado militare al comandante della prigione, tutti verranno coinvolti per risolvere la kafkiana questione; il giornalista e scrittore Rosencof, invece, stabilirà un “cordiale” rapporto con una guardia per il semplice fatto di saper scrivere belle lettere da indirizzare alla ragazza che il militare vuole sposare. Il corpo di Mujica è invece terreno della lotta per non soccombere alla pazzia, alle allucinazioni, per trovare un po’ di requie in un pensiero che non si interrompe e non lo fa dormire. Per ognuno dei tre, infine, ci sono le relazioni famigliari con madri, padri, figli, sognate e reali, dolorose e vitali. E poi i trasferimenti da un posto all’altro, le strategie di sopravvivenza spiccia, l’impegno quotidiano a tenersi vivi. A fare da “controcanto”, la violenza belluina dei militari, i veri e unici derelitti del film, giustamente schiacciati in una rappresentazione grottesca, caricaturale e, come si diceva, in alcuni momenti ridicola.

 

Spazio Gloria via Varesina – Como

18 novembre ore 21

UNA NOTTE DI 12 ANNI

di Álvaro Brechner

Interpreti: Chino Darin, Antonio de La Torre, Soledad Villamil, Cesar Troncoso, Silvia Perez Cruz

URUGUAY, SPAGNA, GERMANIA, FRANCIA 2018

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Ingressi: Intero € 7 – Ridotto € 5 (under 18 – over 65).
Le proiezioni sono riservate ai soci ARCI

Spazio Gloria via Varesina, 72

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