Como

Ritorna l’almanacco rurale IL MIRALUNA

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C’era una volta un libretto tascabile da portare con sé e conservare tutto l’anno, lo consultavano soprattutto i contadini (ma non solo) perché segnava le lune e suggeriva i giorni giusti per potare, seminare, raccogliere, tagliare il bosco, fare conserve, ma anche per mettersi in viaggio, tagliarsi i capelli e… per sposarsi; era l’almanacco rurale, la pubblicazione popolare più diffusa, e a metà Ottocento qualcuno osservava che era più diffusa “persino dei catechismi”.

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Dell’almanacco esistevano decine e decine di versioni con i nomi più fantasiosi e bizzarri (Casamia, Gran Pescatore di Chiaravalle, Sesto Cajo Baccelli, Valserena, Casamara, Laberinto delle stelle … e cento altri), e se ne trovavano edizioni particolari e locali nelle città e nelle vallate dello Stato Sabaudo, del Lombardo-Veneto, dei Ducati Padani, dello Stato Pontificio e nel resto d’Italia. Conteneva il calendario religioso e quello civile, il lunario, le notizie sui periodi più adatti per i lavori da compiere nei campi, in cantina, in casa, ed era organizzato sull’anno contadino regolato dalle quattro tempora (giorni particolari che annunciano le stagioni) e sulle scadenze fisse che, ancora per grande parte della gente della nostra campagna, portano nomi di santi e di feste: sant’Antonio abate (17 gennaio, cuore dell’inverno), quando gli animali agricoli nella stalla parlano tra loro e inizia il Carnevale; san Marco (25 aprile), giorno delle processioni intorno ai paesi e principio del tempo quando le brinate possono essere più nefaste e il grano rischia di diventar preda della ruggine; la nascita di san Giovanni Battista (24 giugno), notte prossima al solstizio, magica di fuochi e benedizioni; san Rocco (16 agosto), quando finisce la prima estate ed è tempo di fare scorta di cibo e di legna; san Martino (11 novembre), quando terminano e ripartono i contratti agrari; e così si potrebbe dire di molti altri giorni.

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La lettura dell’almanacco non è un tuffo nel passato, un omaggio alla nostalgia, ma uno strumento che può aiutarci a ritrovare il senso circolare del tempo, in un tempo di confusione, dove si fatica a distinguere le stagioni, il giorno dalla notte, la giovinezza dalla vecchiaia.

Oggi l’almanacco rurale ritorna in edizione nazionale, tascabile come è da sempre, si chiama IL MIRALUNA ed è stampato da Pentàgora, la casa editrice specializzata in pubblicazioni dedicate al mondo rurale e alla cultura contadina, e si può trovare (oppure ordinare) in qualunque libreria.

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