Como

Mostre Como: “Minzana – Pliniana” la passeggiata pittorica di Alberto Colombo

Il sottotitolo della mostra “Minzana – Pliniana” in corso allo Spazio Natta di Como è “Riquadri di lago” e, in effeti, se prendete una fotografia della riva del Lario nei dintorni di Torno, ne tagliate un riquadro e poi lo ingrandite fino a che i pixel non si confondono, vedrete come le opere di Alberto Colombo ispirate a quelle coste ritraggano l’essenza del luogo.

Alberto Colombo quadri

Minzana è il nome di un torrente che scende a precipizio dai monti del triangolo lariano fino al lago e Pliniana è la villa del XVI secolo eretta in fondo all’omonima valle, qui nasce la pittura di Alberto Colombo in mostra fino al 23 luglio allo Spazio Natta di via Natta a Como. Sessanta opere, alcune di grandi dimensioni, che il pittore ci racconta nel video.

 

Introduzione alla mostra “Minzana – Pliniana” del critico d’arte Roberto Borghi

Stando a un manoscritto del sedicesimo secolo, la Minzana è un “terreno a vigna e brughiera” (ora è rimasta solo la brughiera) che si affaccia sul lago di Como all’altezza di Torno: “una riva bellissima di solitudine e alberate”, come la definisce Carlo Linati in Passeggiate lariane (1939). La Pliniana invece è una villa divenuta leggendaria grazie alle sue “ombrìe misteriose”, alla sua “fonte intermittente” e agli “ospiti illustri” che si sono succeduti nel tempo: “si direbbe – scrive ancora Linati – che tutti gli spiriti più cupi del romanticismo lombardo si siano dati convegno fra queste ombre scroscianti e acque fonde”. 

Minzana-Pliniana, ancor prima che il titolo di un’esposizione, è il resoconto sommario del tragitto che Alberto Colombo percorre spesso in barca: la mostra è anzitutto la documentazione “in riquadri” di  un viaggio che, a chi lo compie per la prima volta, risulta tanto breve quanto folgorante. Alberto ha remato tra la Minzana e la Pliniana innumerevoli volte, però il senso di folgorazione, il presentimento di qualcosa di poderoso ed enigmatico, è rimasto intatto, come testimonia la sua pittura densa e vigorosa, ma pervasa da una luce lirica e da un tono sottilmente oracolare.

Il passaggio dalla natura all’architettura, dallo sguardo sul paesaggio a quello sull’edificio, coincide infatti con il progressivo infittirsi di un mistero. Colta soprattutto di notte, la Pliniana si rivela per accenni lasciando trapelare arcate e dettagli più o meno sibillini della sua facciata. Inquadrata perlopiù frontalmente e scrutata da un occhio meticoloso, la Minzana squaderna le sue fenditure, mette a nudo la sua fibra sassosa e il suo rapporto vertiginoso col lago. In entrambi i casi, la sensazione è la stessa che si prova quando un luogo sembra parlarci in modo tanto eloquente quanto indecifrabile.

Roberto Borghi

 

Alberto Colombo quadri

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