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“Arte a Palazzo, Percorsi d’arte attraverso il segno, la storia, il paesaggio”

Sabato 10 giugno dalle ore 19.00, con un suggestivo vernissage immerso nel parco di Palazzo Gallio, a Gravedona ed Uniti, avrà il via “Arte a Palazzo. Percorsi d’arte attraverso il segno, la storia e il paesaggio”.

La mostra internazionale promossa da Tablinum Cultural Management con il patrocinio del comune di Gravedona ed Uniti e della Comunità Montana del Lario e del Ceresio si terrà dal 10 giugno al 25 giugno.

arte  a palazzo

Palazzo Gallio apre così le sue stanze a cinque artisti contemporanei per una mostra in cui i protagonisti saranno: il paesaggio, la storia e l’emozione. Una mostra fuori dagli schemi, con opere che offriranno al visitatore una lettura inedita e sorprendente sul tema del paesaggio inteso come traccia antropologica ma anche emotiva attraverso il linguaggio dell’arte. Il tutto in un percorso che suggerirà riflessioni e meditazioni sull’evoluzione del paesaggio dalla rappresentazione di segni della natura a rivelazione di pensieri e linguaggi dell’uomo, dove l’arte nasce dalla relazione tra esperienza vissuta interiore ed esperienza sensibile fatta di ascolto e osservazione delle cose e dell’ambiente.

Il curatore della mostra Alessandro Cerioli intervistato da CiaoComo Radio

Fra gli artisti anche il giovanissimo talento lariano Stefano Perini, in arte Cheville, che proporrà per la prima volta in pubblico la serie dei “paesaggi destrutturati” del Lago di Como. Monique Laville, insignita della medaglia di benemerenza per il suo impegno culturale dal premier canadese in persona, proporrà le sue celebri “vedute d’antan” ispirate ad epoche storiche ormai distanti dalla nostra frenetica vita contemporanea ma che ancora possono donarci preziose lezioni di vita. Gilles Mazan sublima il paesaggio in segno e colore attraverso le tecniche della decomposizione coloristica, donando a ciò che lo circonda una prorompente carica espressionista che ha fatto di lui uno dei maestri del colorismo contemporaneo. Anne Delaby attraverso la propria arte si fa medium fra il fruitore e la natura incoraggiandolo a riscoprire quella capacità di “sintesi armonica” con il mondo che si traduce in un mutuo legame con esso in cui non vi è più polarità e conflitto ma armonia e benessere. Mina Kordali mette in atto un’estetica dei sentimenti, in cui il paesaggio rappresentato con tratti materici dove il colore predomina sulla linea, conserva un’eco di quel mondo antico che è l’humus della in cui è germogliata una poetica fortemente evocativa che fonde sulla tela colori ed emozioni dell’artista.

Poiché “ogni viaggio nel mondo è, prima di tutto, un viaggio in noi stessi.

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