Il processo

Bossetti: motivazioni sessuali per Yara. I legali comaschi:”Nessuna prova”

Le motivazioni dei giudici che hanno condannato il muratore sono pesantissime. Ma gli avvocati Salvagni e Camporini controbattono:"Speriamo nell'appello per fare valere le nostre ragioni".

Giudizio pesante, tranciante. Le motivazioni dei giudici della Corte di Assise di Bergamo, che ai primi di luglio hanno condannato all’ergastolo Massimo Bossetti per il delitto di Yara Gambirasio, sono molto severe sulla moralità del muratore di Mapello. “Il Dna è una prova granitica, Bossetti è stato crudele e malvagio: ha ucciso la ragazza dopo che lei aveva respinto avances di natura sessuale”. Così i giudici in 158 pagine di motivazioni depositate in queste ore.

Ma contro il verdetto della Corte di Assise di Bergamo – e relative motivazioni – continuano a battersi Claudio Salvagni e Paolo Camporini, i due legali di Bossetti, comaschi entrambi, che da mesi stanno seguendo il muratore e la sua famiglia. Subito dopo la sentenza i due hanno parlato apertamente di “sentenza già scritta”. Ora, con le motivazioni in mano, Salvagni e Camporini spiegano cosa intendono fare:”Fare valere le nostre ragioni e cercare di ribaltare la sentenza di primo grado. A nostro giudizio – ed abbiamo provato a dimostrarlo anche nel processo di Bergamo – non ci sono prove contro Bossetti per essere condannato all’ergastolo”.

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